C'era una volta un Cavaliere, verrebbe da dire. Ed in effetti sembrano confermate le indiscrezioni di qualche settimana fa: se la Corte d'Appello ribadisse l'interdizione dai pubblici uffici, Silvio Berlusconi perderebbe anche l'onoreficenza di Cavaliere del Lavoro. A ribadirlo, conversando con i giornalisti, è stato il presidente uscente della Federazione dei Cavalieri del Lavoro, Benito Benedini: "Se un Cavaliere del Lavoro decade dai pubblici uffici in base all'articolo 28 del codice penale decadono tutte le onorificenze. È automatico, questa è una cosa che non dipende da noi". Ma non solo, perché tra le altre cose, ha proseguito, "una sentenza di condanna definitiva può rappresentare un nocumento alla figura dei Cavalieri del Lavoro" e non è escluso che si possa attivare un iter interno per la "sospensione dell'onoreficenza" a prescindere dalla conferma o dalla riformulazione della pena accessoria per la condanna Mediaset disposta dalla Cassazione.
Insomma, il periodo nerissimo di Silvio Berlusconi potrebbe avere una ulteriore conferma "formale" nella perdita dello status di Cavaliere del Lavoro, conferitogli dal Presidente della Repubblica Giovanni Leone nel 1977 e da allora appellativo con cui è chiamato comunemente. Il tutto nel giorno in cui il Senato non trova l'accordo per il voto segreto sulla ratifica della sua decadenza da senatore.