Alle Terme di Diocleziano esposti gli antichi tesori dei principi di Collatia
È appena stato concluso il restauro di alcuni reperti sepolcrali rinvenuti nel sito archeologico dell'antico abitato di Collatia, situato nella borgata di La Rustica, nei pressi di Roma, e che da giovedì 10 dicembre sono esposti permanentemente nella nuova sala dedicata alla Protostoria dei popoli latini del Museo Nazionale Romano, presso le Terme di Diocleziano. I reperti, datati tra l'VIII e il VII secolo a. C. appartengono a tre corredi principeschi, uno maschile e due femminili. È la prima volta in assoluto che i visitatori avranno l'opportunità di ammirare queste straordinarie testimonianze dell'epoca precedente alla conquista romana: "Non sono tombe qualsiasi, ma destinate a principesse e principi", ha spiegato il soprintendente dell'area archeologica di Roma, Francesco Prosperetti, durante la conferenza stampa di presentazione della nuova sala del Museo Nazionale. "I corredi ritrovati sono corredi speciali, unici per la loro importanza, a testimonianza di questa realtà che si potrebbe definire ‘feudale', precedente all'egemonia di Roma".
Uno scettro in legno di corniolo, con il pomo in bronzo fuso e decorato da intarsi in ferro raffiguranti animali fantastici. E ancora una spada e un carro da guerra sepolto insieme al principe per accompagnarlo nell'ultimo viaggio, ricostruito a partire dai cerchioni in ferro delle ruote: con l'apertura di questa nuova sala nella sezione di Protostoria dei popoli latini si arricchisce la collezione permanente dedicata allo sviluppo della cultura laziale, storicamente compresa tra la fine dell'età del bronzo (XI secolo a.C.) e e l'inizio del VI secolo a.C. con alcuni dei più importanti ritrovamenti degli ultimi decenni, rimasti inediti fino ad oggi.
L'abitato di Collatia fu una colonia di Alba Longa, la città fondata dal re latino Silvio, discendente di Enea, ed è citata anche dallo storico Tito Livio come centrale nella rivolta tra Tarquinio Prisco e Tarquinio il Superbo. Dunque una testimonianza importantissima della cultura laziale antecedente alla crescita e all'espansione del dominio romano: la scoperta dell'abitato risale al 1972, durante la costruzione del tratto di penetrazione urbana dell’autostrada Roma-L'Aquila. Ma solo fra il 2009 e il 2012 i lavori hanno portato alla luce le tre tombe esposte da oggi, insieme ad altre sepolture ancora in fase di studio e restauro. Gli scavi sono stati condotti dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l'Area archeologica di Roma.
"La vicenda di Collatia è una vicenda particolare e significativa, perché riesce ad inquadrare la nascita e la crescita di Roma nell'ambiente in cui il seme della città ha germinato", ha spiegato il soprintendente Francesco Prosperetti. "Di Collatia si sono perse le tracce, e durante i secoli si sono susseguite varie ipotesi su dove si trovasse questa città. Le uniche tracce certe sono quelle lasciate dalle sepolture, riemerse proprio in occasione dei lavori dell'A24". Prosperetti ha ribadito l'eccezionalità del ritrovamento, in quanto si tratta di tombe non comuni ma principesche, che testimoniano uno sviluppo "feudale" precedente all'egemonia di Roma. "Erano luoghi in cui esistevano importanti personaggi che avevano forza e potere su limitate porzioni di territorio, spesso in lite tra loro. Per questo motivo troviamo, in due sepolture, veri carri da guerra di cui sono rimaste intatte le parti metalliche".