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Allarme Terra dei Fuochi: dall’Europa controlli straordinari sui prodotti

Nella zona tra Napoli e Caserta, l’organizzazione internazionale privata Global Gap ha chiesto nuovi campioni di prodotti agricoli per la ricerca di contaminanti. Intanto, arriva il dissequestro definitivo dei prodotti di alcuni fondi agricoli a Caivano, una delle zone interessate da sequestri preventivi nei mesi scorsi: i prodotti sono risultati sani.
A cura di Gaia Bozza
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L'allarme intorno all'agroalimentare campano supera i confini nazionali e arriva sul tavolo di una delle organizzazioni internazionali di certificazione più importanti: la Global Gap. Un documento che Fanpage.it ha visionato, inviato dall'organizzazione in Italia nel dicembre scorso, chiede una serie di campionamenti e analisi straordinarie ai produttori agricoli già certificati presso l'associazione che opera in oltre ottanta paesi del mondo ed è composta da più di cento organismi di certificazione indipendenti e accreditati. Le analisi standard sulle coltivazioni non hanno dato, fino ad ora, particolari problemi. Ma questo, alla luce di quanto sta accadendo, non basta più a rassicurare i retailers. Nel documento, il primo elemento che salta agli occhi è che l'argomento denominato come “Terra dei Fuochi” «è ampiamente dibattuto tra i media italiani. La copertura mediatica si è intensificata di recente, ma il problema è in corso da più di dieci anni». Di fronte a un problema grave e a pochi dati certi sull'agroalimentare, diversi rivenditori hanno espresso delle perplessità e hanno cercato delle nuove rassicurazioni sul fatto che non stanno comprando prodotti ortofrtutticoli contaminati.

Non ovunque, si premura di precisare il documento, esiste il problema di una possibile contaminazione a causa di sversamenti illeciti. Si corre, però, ai ripari: nella zona tra Napoli e Caserta l'organizzazione internazionale ha chiesto nuovi campioni di prodotti agricoli per la ricerca di contaminanti. In un momento nero e nebuloso per l'agricoltura campana, particolare attenzione sarà posta alla valutazione del rischio ambientale. La preoccupazione, in mancanza di dati certi sul rischio effettivo per i consumatori e le aree contaminate, cresce fortemente. E infatti, nel documento si legge: «Con questa comunicazione la segreteria vuole sottolineare il rischio aumentato e il pericolo di contaminazione di suolo e acqua nelle aree interessate». Sotto la lente di ingrandimento, nove gruppi di produttori della provincia di Caserta e quattro gruppi nella zona di Napoli: «Un buon segnale – commenta un produttore – I miei prodotti sono già certificati, ma ben vengano ulteriori analisi. Noi vogliamo verità sulle nostre coltivazioni».

IL CASO CAIVANO – Dopo il dissequestro dei prodotti di 15 fondi agricoli a Caivano in provincia di Napoli, restano sequestrati i terreni e i pozzi, nei quali sarebbero stati trovati valori oltre soglia nei mesi precedenti. La vicenda è lunga e complessa e comprende un vuoto normativo, cioè il fatto che in Italia non esistono valori di riferimento per l'acqua di irrigazione. Il dissequestro dei prodotti, avvenuto in molti casi quando le coltivazioni non erano più commercializzabili, ha scatenato i malumori dei produttori agricoli. Anche perché i coltivatori hanno avuto indicazione dalla Procura di Napoli di effettuare di nuovo alcune analisi su Pcb e diossine. Detto, fatto: sono arrivati gli esiti delle prime analisi commissionate, che Fanpage.it ha visionato. E non hanno rilevato Pcb e diossine oltre la soglia.

I GRANDI MARCHI IN RITIRATA – L'onda di incertezza sulla sicurezza alimentare ha allarmato anche la grande distribuzione. Come Fanpage.it ha rivelato, Findus Italia ha escluso un vasto territorio dall'approvvigionamento di prodotti agricoli; così anche Orogel e Md Discount, che nei mesi scorsi chiedeva ai propri fornitori di specificare che i prodotti non erano campani.

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