Allarme nucleare in Giappone: a Fukushima parziale fusione delle barre di combustibile
Non si arrestano le notizie allarmanti sulla centrale nucleare di Fukushima, profondamente danneggiata dal terremoto in Giappone dell'11 marzo scorso. La situazione diventa ora dopo ora sempre più critica mentre domenica è stata registrata alta radioattività nell'acqua del reattore numero 2. Tale situazione, secondo quanto hanno detto i tecnici della Tepco, la società che gestisce l'impianto, potrebbe essere dovuta alla parziale fusione delle barre di combustibile. Intanto, proprio per l'enorme rischio radiattivo, gli addetti che lavoravano alla messa in sicurezza della centrale nucleare di Fukushima, o meglio alla limitazione dei danni, sono stati allontanati dalla centrale.
Arriva oggi anche l'appello di Greenpeace; in una nota, l'associazione fa sapere che "deve essere evacuata la popolazione fino a oltre 40 km dalla centrale", in particolare l'allarme nucleare dovrebbe essere considerato dalle donne in attesa e dai bambini. Ecco quanto fa sapere Jan van de Putte, esperto di Greenpeace:
Le autorità giapponesi sanno perfettamente che qui la radioattività è così alta, ma non fanno niente per proteggere gli abitanti né per informarli dei rischi che corrono. Stare a Litate non è sicuro, specialmente per i bambini e le donne in attesa: qui si accumula una dose pericolosa di radiazioni in pochi giorni. E, se si aggiunge la contaminazione da ingestione e inalazione, i rischi sono ancora più alti.
Domenica sono state rinvenute, inoltre, percentuali di iodio 131 anche in Massachussets attraverso le analisi dell'acqua piovana anche se il livello di radiazioni registrato non comporterebbe danni per la salute. Stessa situazione anche nella zona nordorientale cinese dell'Heilongjiang, in cui la quantità di iodio presente nell'aria non è stata ritenuta dannosa per la salute.
Intanto in Giappone l'incubo che la terra ritorni a tremare è tutt'altro che remoto: stanotte alle 00.28 ora italiana è stata avvertita una scossa di magnitudo 6.5 a largo dell'isola di Honshu, a circa 170 km dalla città di Sendai, già violentata dallo tsunami dell'11 marzo. Nonostante l'allarme tsunami divulgato dalle autorità, la scossa, il cui epicentro è stato localizzato a 17 km di profondità, non ha provocato danni.