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Alitalia, l’ultimatum di Etihad: “Avete 48 ore o ce ne andiamo”

La compagnia degli Emirati detta le condizioni per l’intesa e chiedono agli attuali soci “chiarezza” sulla mid-co, sulla posizione di Poste e sulla situazione sindacale, oltre che più soldi sulla “messa in sicurezza”.
A cura di Biagio Chiariello
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 A meno di 48 ore dalle scadenza del 31 luglio per chiudere l'operazione che dovrebbe salvare Alitalia, Etihad alza la voce per far arrivare la propria preoccupazione e chiedere di avere subito risposte. Servono più soldi per la “messa in sicurezza” della vecchia compagnia, senza i quali non ci sono le condizioni per investire in quella “nuova”. Nello scambio di mail tra l'ad di Alitalia, Gabriele del Torchio, e il ceo di Etihad, James Hogan, quest’ultimo si dice anche abbastanza preoccupato per la mancanza di chiarezza sulla Mid-company, per la mancanza di "chiarezza" sulla mid-co, sulla posizione di Poste (per la quale oggi comunque si registrano passi in avanti) e sulla situazione sindacale. Hogan scrive anche di aspettare ancora risposte su tre punti: “Una decisione finale sul contenzioso con Toto, la conferma di un accordo finale con i sindacati, la conferma di via libera preliminare della Ue relativamente agli aiuti di Stato o altrimenti che la Nuova Alitalia sarà garantita contro ogni reclamo”.

Poste investirà 65 milioni nell'"affare" Alitalia

Restano quindi diversi i nodi da sciogliere in merito all’intesa Alitalia-Etihad. In realtà su Poste sembra che la soluzione sia a portata di mano, con 65 milioni che il gruppo guidato da Francesco Caio si dice pronto ad investire in una "midcompany", una società di mezzo tra la old company e la newco in cui Etihad entrerà con 560 milioni per il 49%. E a proposito di tempi, anche il ministro Lupi è intervenuto sentenziando lo stop ai tira e molla: "Non credo ci saranno altri giorni, i tempi erano chiari a tutti, sindacati soci e banche. Siamo arrivati alle ore decisive". A margine di un convegno Anas ha aggiunto: "Lo dico con chiarezza anche a una parte dei sindacati, il tira e molla non è ammesso, ognuno si assuma la propria responsabilità". Lupi ha spiegato che "per ora" non c'è una convocazione da parte del governo: "L'azienda deve concludere le trattative con i soci e i sindacati".

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