Algeri, è caos in piazza: oltre 100 gli arresti
Si è destata al grido di "democrazia e libertà" Algeri. Il giorno dopo le tanto agognate dimissioni del presidente egiziano Mubarak, il popolo algerino è sceso in piazza per protestare nei confronti del capo dello stato Abdelaziz Bouteflika, nonostante il divieto di manifestare nella capitale dell'Algeria in vigore da dieci anni. La polizia – dispiegata già diverse ore prime della manifestazione convocata dal Coordinamento nazionale per il cambiamento e la democrazia (Cncd), che riunisce tutti i gruppi politici di opposizione, enti civici e sindacati – è intervenuta per evitare gli scontri tra circa duemila manifestanti e una quarantina di giovani sostenitori di Bouteflika.
Le persone arrestate sarebbero già un centinaio tra le quali anche Sherifa Keddar, leader dell’associazione delle vittime del terrorismo islamico, e Amazigh Kateb, famoso cantante e figlio di uno dei più autorevoli scrittori algerini, Kateb Yacine. In Place de la Concorde (meglio conosciuta come Piazza Primo Maggio), anche due leader dell'opposizione: Ali Yahia Abdenour, 80enne presidente della Lega algerina per i diritti umani, e Said Sadi, leader del Raggruppamento per la Cultura e la Democrazia (RCD).
Anche nella serata di ieri, un gruppo di manifestanti appartenenti al RCD era sceso nelle strade per celebrare le dimissioni di Mubarak: la polizia ha respinto la folla, arrestando alcune persone. Negozi e mercati di Algeri sono stati invasi dalla gente che teme l'esaurimento delle scorte alimentari e un ipotizzabile blocco dei commerci dopo la protesta.
Secondo i media locali, le forze dell'ordine attivate nel cuore della capitale sarebbero trentamila. "Vogliono recintare la capitale," dice Sadi. "Stanno blindando la capitale. I treni non hanno più accesso ad Algeri e i trasporti pubblici saranno presto bloccati". Un imponente schieramento che, tuttavia, non sta impedendo alla popolazione algerina, proveniente anche da altre parti del paese, di confluire in piazza per quella che è stata definita dal Cncd come la "giornata della svolta". "Chiediamo la caduta di questo sistema. E' necessario un cambio non soltanto sul piano economico ma anche politico. Sarà la giornata della rivoluzione," asserisce Abdenour.