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Gb, il giudice in aula: “Alfie sta morendo”. Il padre minaccia cause per omicidio

Il padre del piccolo ha minacciato di fare causa a tre medici dellʼAlder Hey Hospital di Liverpool per cospirazione finalizzata allʼomicidio. L’uomo in precedenza ha fatto un accorato appello alla Corte: “Conceda la grazia di mandarlo a casa o in Italia”.
A cura di Biagio Chiariello
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Alfie Evans sta morendo. L'annuncio è stato comunicato nel corso l'udienza in Corte d'appello a Londra in cui si discuteva il ricorso dei genitori per ottenere il permesso di trasportare in Italia il bimbo eprolungare le cure. Fonti legali fanno sapere che il padre, Tom, ha minacciato di fare causa a tre medici dell'Alder Hey Hospital di Liverpool per cospirazione finalizzata all'omicidio del bimbo.

In precedenza c'era stato nuovo importante aggiornamento sul caso del piccolo di 23 mesi affetto da una malattia neurodegenerativa: i medici del Liverpool hanno deciso di riattivare e riattaccare il macchinario per il nutrimento assistito al del bimbo, dopo ben 36 ore di assenza. Ne dà notizia proprio papà Tom all'ITV. "Alfie – ha aggiunto – resiste ancora bene come può. Sta lottando e continua a non soffrire, non ha apnee né dà segno di provare dolore". Alfie, ha continuato Tom Evans, "si è mantenuto in vita, come farebbe qualunque altro bambino, per 36 ore". Ed  stato "totalmente inaspettato da parte sua" rispetto alle previsioni del protocollo medico delineato a Liverpool.

Io credo di essere più vicino ora" almeno alla possibilità di riportarlo a casa, "ne saremmo felici", ha poi aggiunto rispondendo a una domanda, insistendo tuttavia nel sottolineare che la sua speranza vera sarebbe il trasferimento in Italia, per ora non autorizzato dalla giustizia britannica. "Sarebbe più che una benedizione portarlo in Italia dove avrebbe bisogno di cure". Ad ogni modo, per i genitori di Alfie la cosa più importante è che il loro figlioletto “sta ancora lottando e dimostrando che i dottori e i tribunali si sbagliavano. Ci era stato detto che non sarebbe durato 5 minuti e invece sono 36 ore che siamo sulla breccia".

Tom Evans conclude ribadendo la necessità che al figlio “sia fatta la grazia, riconosciuta la dignità di tornare a casa o andare in Italia”. La stessa Corte d'Appello aveva fatto sapere al suo avvocato di essere disponibile al trasferimento: "Noi pensiamo possa essere il segno di una svolta clamorosa". “Ieri – rivela Evans – l'avvocato mi aveva offerto un'opzione fra due alternative: ricorrere alla Corte d'Appello (contro la decisione del giudice Anthony Hayden di non autorizzare il trasferimento di Alfie in Italia) o collaborare", accettare il protocollo di distacco dai macchinari salvavita affidato ai medici di Liverpool e ottenere ‘in cambio' che il piccolo fosse almeno "riportato a casa".

"Io – prosegue papà Tom – mi ero detto d'accordo per riportarcelo a casa, non ne potevo più di queste corti e di ricorsi respinti". Poi per  arrivata la telefonata della Corte d'Appello al suo legale: un collegio era pronto a riunirsi oggi pomeriggio. Messaggio di disponibilità che Tom Evans interpreta come un segnale: "Noi ora crediamo che ci possa essere un cambiamento clamoroso, una svolta nel caso". La Corte "deve essersi accorta che il giudice Hayden e i dottori sbagliano". Alfie, incalza, "non è stato nutrito, è stato trattato in modo disgustoso, come neppure un animale, ma ha dimostrato che si sbagliavano (a prevederne una rapida fine)… e sta tenendo botta".

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