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Alfano avvisa i falchi: “Potrei essere diversamente berlusconiano. No agli estremismi”.

“Sono leale, ma non possono prevalere posizioni estremistiche estranee alla nostra storia, ai nostri valori e al comune sentire del nostro popolo”. Alfano si smarca?
A cura di Redazione
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Nel giorno in cui si discute dei possibili nuovi equilibri politici dopo la rottura del patto di maggioranza ufficializzata dalle dimissioni dei ministri del Popolo della Libertà, a catalizzare l'attenzione è una sibillina dichiarazione del vicepremier Angelino Alfano. Il titolare del Viminale, infatti, ha lasciato intendere tutta la sua preoccupazione per la deriva che rischia di prendere il Popolo della Libertà – Forza Italia dopo la "vittoria dei falchi" e della linea dura nei confronti dell'esecutivo guidato da Enrico Letta.

E le sue parole suonano come un avvertimento, certo, ma anche come il segnale della grande tensione che si respira all'interno del partito: "La mia lealtà al presidente Berlusconi è longeva e a prova di bomba. La lealtà non è malattia dalla quale si guarisce. Oggi lealtà mi impone di dire che non possono prevalere posizioni estremistiche estranee alla nostra storia, ai nostri valori e al comune sentire del nostro popolo. Se prevarranno quegli intendimenti, il sogno di una nuova Forza Italia non si avvererà. So bene che quelle posizioni sono interpretate da nuovi Berlusconiani ma, se sono quelli i nuovi berlusconiani, io sarò diversamente berlusconiano".

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