Alessio Grancagnolo, il giovane studente di Catania che durante un incontro all'Università col ministro Maria Elena Boschi ha osato contestare la riforma costituzionale del governo Renzi, ha la mia stima. Non dev'essere facile a poco più di vent'anni prendere un microfono e fare le pulci a una complessa riforma, in pubblico, davanti ai tuoi colleghi, a un ministro (anzi al ministro per eccellenza, la più telegenica e comunicativa di tutto il governo) e al Magnifico Rettore del tuo ateneo. Lui ha coraggio, anche se il suo non era un intervento ‘di pancia', era preparato (Alessio è membro del ‘Coordinamento per la Democrazia Costituzionale' di Catania). La Boschi, che ha poi ampiamente replicato alla puntuale contestazione, ha fatto egregiamente il suo lavoro. Ovvero far sembrare la riforma sotto referendum la migliore possibile.
Ma il rettore? Che disastro ha combinato?
Il professore di Economia Giacomo Pignataro per zittire il ragazzo ha usato queste frasi:
«Lei ha chiuso la parola… gliela tolgo io». Poi ha detto: «Questo è un momento di confronto» e infine ha svelato quel che pensava: «Questo è un incontro tra ministro e studenti non era previsto alcun contraddittorio. Chi non gradisce il format anche non partecipare».
Ha usato la parola format. Un anglicismo che sta a significare «modello di produzione televisiva». Il che già la dice lunga sull'idea che il Magnifico ha dell'istruzione universitaria. Che format, rettore? "Ciao Darwin"? O un grande "Uomini e donne" ? Che a scuola non sia previsto contraddittorio in un dibattito è una cosa che uccide ogni idea di insegnamento.
Mi chiedo: i docenti dell'Ateneo catanese la pensano come il loro Rettore?