Alessia e Livia Schepp: le gemelline scomparse anche dal nostro ricordo
Quale inimmaginabile dolore può provare una madre, alla quale vengono portati via i suoi figli, quale stato di profonda prostrazione nel non sapere dove essi siano e in che condizioni, quale senso di sconforto nel suo cuore tutti i giorni, inesorabilmente. E' inimmaginabile, certo, eppure le pagine della cronaca sono dense di casi irrisolti riguardanti bambini scomparsi, dei quali non si è avuta più alcuna notizia, come se fossero stati risucchiati dal vuoto. Come se ciò fosse possibile…
In realtà, dietro questi stessi casi c'è sempre una mano responsabile, qualcuno che si rende colpevole nel violare l'innocenza dei bambini, privandoli del loro primo sostegno affettivo, che è appunto la famiglia. Chi potrebbe mai osare una tale crudeltà?
E' inimmaginabile, eppure succede. E quando quella mano appartiene alla stessa famiglia, al dolore si aggiunge altro dolore…
E' così che Irina Lucidi ha trascorso gli ultimi 205 giorni, lontana dalle sue bambine, vittime della follia del padre. La storia di Matthias Schepp è rimbalzata agli oneri della cronaca a partire dallo scorso 30 gennaio, quando, preso da chissà quale folle pensiero, ha rapito Alessia e Livia e le ha condotte con sé in un viaggio terminato a Cerignola tragicamente: Matthias si è suicidato lanciandosi contro un treno in arrivo. E le gemelline? Abbandonate a chissà quale triste destino, senza che di loro si sia saputo più nulla.
Il silenzio, lentamente, ha avvolto uno dei casi di cronaca più impressionanti degli ultimi anni: prima un parlare e stra-parlare di trasmissioni e telegiornali, anche quando non vi era alcuna notizia da dare ma solo per alimentare le angosce morbose di chi ha seguito con apprensione le ricerche; a distanza di settimane, se non mesi, poche righe sporadiche a ricordare Alessia e Livia, un semplice aggiornamento sullo stato attuale delle indagini leggiucchiato da qualche parte, il ricordo che sfuma nel nostro immaginario parallelamente all'interesse mediatico. La notizia shock, di qualche settimana fa, riguardava le tracce di saliva di una delle due bambine rinvenute nel bagagliaio dell'auto di Matthias Schepp. Quelle stesse tracce, che avrebbero potuto rispondere alle molteplici domande sul caso, si sono rivelate insufficienti per un esame tossicologico, che possa spiegare ciò che è accaduto in quei giorni ad Alessia e Livia.
Ad informare sulle tracce di saliva il procuratore di Foggia, Vincenzo Russo, che a giugno ha spinto la polizia elvetica verso la pista di indagini più temuta, quella dell'avvelenamento. Qualche giorno fa, la procura del Canton Vaud ha tenuto a precisare che la quantità di saliva di una delle due gemelline, rinvenuta nell'auto di Schepp, non potrà essere risolutiva, ciò vuol dire che non basterà a spiegare cosa è loro accaduto.
E poi gli scarponi di Matthias Schepp sporchi di fango, tracce messe sotto analisi, i cui risultati non sono ancora stati resi noti.
Perché? Perché un padre decide di rapire le sue due bambine, strappandole alla madre e obbligandole ad un viaggio senza meta? Perché è successo tutto questo? In molti si son posti questa domanda ed è stata proprio Irina Lucidi, durante un'intervista alla trasmissione condotta da Federica Sciarelli, Chi l'ha visto, a raccontare la verità su Matthias Schepp:
E’ una caccia al tesoro macabra, allucinante come situazione. Perché tutta pensata, studiata, non è un momento di follia. Era sicuro di colpire, togliere i bambini ad una madre è una cosa di un sadismo…così era sicuro di farmi soffrire.
A distanza di 205 giorni, il caso delle gemelline scomparse risulta ancora irrisolto. A distanza di 205 giorni Irina Luicidi continua a soffrire della mancanza delle sue due bambine, che non sa se siano vive da qualche parte o morte. A distanza di 205 giorni i media rispondono col silenzio al drammatico destino di Alessia e Livia, impostogli dal loro stesso padre.
Che non si dimentichi la loro storia, come quella di altre innocenti anime, vittime della violenza brutale di questo mondo.