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Alessandro Di Battista: “È ora di tagliare gli stipendi a Fazio e Vespa”

Alessandro Di Battista ancora una volta si scaglia contro i privilegi di politici e giornalisti. Nel mirino dell’ex deputato del Movimento Cinque Stelle questa volta finiscono Fabio Fazio e Bruno Vespa: “Sono giornalisti e guadagnino come loro (massimo 240.000 euro lordi all’anno)”
A cura di Annalisa Cangemi
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Alessandro Di Battista torna su uno dei temi cardine per il M5S, ovvero la lotta ai privilegi e agli stipendi stellari. "È giunto il tempo di una sforbiciata senza precedenti dei costi della politica e non solo", inizia così il post su Facebook del pentastellato, tornato in Italia ormai da un mese per dare una mano al Movimento in vista delle elezioni europee. "Qua i sacrifici li fanno tutti tranne i politici o i conduttori Rai, pagati con denaro pubblico che sono giornalisti, ma non hanno contratti da giornalisti", è la denuncia.

Dunque chiede un adeguamento dei contratti di Fabio Fazio e Bruno Vespa: "Sono giornalisti e guadagnino come loro (massimo 240.000 euro lordi all'anno)". L'ex parlamentare del Movimento 5 stelle, nell'annunciare i suoi appuntamenti previsti oggi a Ortona e Sulmona per le elezioni in Abruzzo del prossimo 10 febbraio, elenca i possibili tagli da applicare:

1. Taglio di 3500 euro al mese sullo stipendio dei deputati (con un risparmio di circa 22 milioni di euro all'anno);
2. Taglio di 3500 euro al mese sullo stipendio dei senatori (risparmio circa 11 milioni all'anno);
3. Taglio di 3500 euro al mese sullo stipendio di tutti i consiglieri regionali (circa 36 milioni di euro all'anno);
4. Abolizione totale di tutte le doppie indennità, sia alla Camera che al Senato che nei Consigli regionali;
5. Taglio di oltre 300 parlamentari;
6. Adeguamento dei contratti di Fazio e Vespa. Sono giornalisti e guadagnino come loro (massimo 240.000 euro lordi all'anno);
7. Abolizione dell'assegno di fine mandato – TFR – per tutti i parlamentari (io, per una sola legislatura ho preso 43.000 euro, ovviamente restituiti, pensate le centinaia di milioni di euro che finiscono nel TFR dei parlamentari).

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