Alessandra Clemente, quando la camorra ti stravolge la vita [INTERVISTA]
Quindici anni fa, durante una sparatoria nel quartiere Vomero di Napoli, tre proiettili raggiunsero e uccisero Silvia Ruotolo – una mamma di trentanove anni che si trovava per caso a passare per la quella strada. Dopo quindici lunghi anni, sua figlia Alessandra è diventata una delle colonne portanti del Coordinamento campano delle vittime innocenti della criminalità. Fanpage l'ha intervistata per ribadire, ancora una volta, quanto oscuro sia il male della malavita organizzata e quanto dolore possa causare, ma anche per testimoniare la speranza che si sprigiona dalla bellezza di occhi azzurri e vividi come quelli di Alessandra.
Alessandra Clemente, cosa è successo esattamente quindici anni fa? – La camorra ha ucciso mia mamma, Silvia Ruotolo, nel quartiere dove vivevamo. Aveva solo trentanove anni quando è diventata una vittima di questo schifo e di questa vergogna che è la camorra nei nostri territori. Stava tornando a casa con il mio fratellino, quando si trovò al centro di una sparatoria per il controllo del territorio.
Spesso dici che non bisogna solo "ricordare" – La memoria di storie e vite innocenti come mia madre, come Annalisa Durante e Libero Grassi, sono il carburante principale delle nostre azioni. Ci danno la forza di dire "no" al compromesso, perché quando osservi dall'interno questa ingiustizia non hai nemmeno bisogno da che parte bisogna schierarsi , perché la camorra può colpire chiunque in qualsiasi momento. A me ha portato via mia madre, ma ogni giorno quanta libertà ci porta via in tutte le nostre azioni?
Denunci l'indifferenza dei napoletani rispetto alla camorra – Ci sono diverse "Napoli", una parte della città è sicuramente impermeabile rispetto a cosa sia davvero la camorra e a quanto degrado porti per le nostre strade. Poi c'è una parte collusa, spesso la camorra si trasforma in economia legale in questi territori: "Il rumore degli spari fa paura, ma fa più paura il silenzio" ci dice, con occhi che gelano qualche lacrima.