Alesha MacPhail, violentata e uccisa a 6 anni: l’imputato, di 16 anni, accusa un’altra donna
Il ragazzo di 16 anni accusato di aver rapito, violentato e ucciso Alesha MacPhail, una bambina di appena sei anni assassinata sull'isola di Bute nel luglio dello scorso anno, si è dichiarato innocente ed ha accusato una donna di aver commesso il crimine: "E' stata Toni Louise McLachlan", ha dichiarato davanti ai giudici dell'Alta Corte di Glasgow che stanno esaminando il suo caso. Secondo i pubblici ministeri che stanno conducendo le indagini invece non ci sarebbero dubbi sul fatto che è stato l'adolescente ad uccidere la bambina: la tesi dell'accusa è che dopo averla rapita e condotta in una stanza da letto, le abbia strappato i vestiti con l'ausilio di un coltello e – dopo averla violentata – l'avrebbe soffocata chiudendole naso e bocca con le mani. Il giovane, tuttavia, si è difeso e nonostante le prove che lo inchiodano ha accusato un'altra donna.
L'omicidio di Alesha MacPhail ha profondamente scosso l'opinione pubblica scozzese: la bambina, di soli sei anni, era scomparsa a Rothesay, nel sud del paese, mentre era in compagnia del padre e dei nonni. Alcune ore più tardi il suo corpo è stato rinvenuto in un hotel abbandonato sull’isola di Bute. Fin da subito i sospetti si sono riversati su un adolescente che ora è sotto processo e verso cui ci sarebbero prove schiaccianti.
Il delitto della bambina ha profondamente turbato la popolazione dell'isola di Bute, un luogo considerato fino a quel momento tranquillissimo, un'autentica isola felice per le famiglie con bambini al seguito. Dopo l'omicidio l'amministrazione comunale ha rilasciato una nota: “La comunità è sgomenta e delusa dal fatto che una cosa del genere possa accadere qui. Non abbiamo tassi di criminalità come abusi sui minori e omicidi. Questo è sempre stato il posto più tranquillo e sicuro per donne e bambini, ora hanno tutti paura, c’è un clima surreale”.