Aldrovandi: condanna confermata per i poliziotti. Ma l’indulto cancella 3 anni
Sono arrivate le condanne definitive per i quattro poliziotti accusati della morte di Federico Aldrovandi, il 18enne deceduto il 25 settembre 2005 durante un intervento delle forze dell'ordine in un parco a Ferrara. La Cassazione ha confermato la condanna a tre anni e sei mesi di reclusione per gli agenti Monica Segatto, Enzo Pontani, Paolo Forlani e Luca Pollastri accusati dell'omicidio colposo, per eccesso dei mezzi di contenimento, dello studente ferrarese. Una sentenza che la famiglia del ragazzo ha accolto con qualche amarezza, dal momento che grazie all'indulto i poliziotti condannati dovranno scontare solo 3 mesi di reclusione. "E' un'aria di giustizia che vorrei si respirasse in tutti i tribunali del Paese, penso soprattutto a quelli che devono decidere dei casi di Stefano Cucchi, Giuseppe Uva e Michele Ferulli, con i loro familiari ci sentiamo ormai tutti uniti da uno stesso dolore e dalla stessa ricerca di giustizia". Così Lino Aldrovandi, padre di Federico, ha commentato il verdetto.
Il caso Aldrovandi è chiuso – Quella di oggi è una condanna definitiva per una caso che ha già alle spalle due sentenze, quella di primo grado del tribunale di Ferrara, il 6 luglio 2009, e quella della Corte d’Appello di Bologna che il 10 giugno 2011 confermò quel verdetto (pena ridotta a sei mesi con l’indulto). I poliziotti sono stati riconosciuti colpevoli di omicidio colposo perché, stando alle perizie, hanno ecceduto nell’uso della forza. Questa l'arringa finale della pubblica accusa: "I poliziotti non avevano davanti un mostro, hanno agito come schegge impazzite avventandosi in quattro contro un ragazzo solo. Le condotte assunte dimostrano un grave deficit di diligenza e di regole precauzionali. L'agire dei poliziotti ha trasceso i limiti consentiti". Federico è deceduto, dunque, per un arresto cardiaco a seguito del pestaggio da parte dei poliziotti, e non riferibile, in alcun modo, all’abuso di stupefacenti.