Alberto Stasi condannato per detenzione di materiale pedopornografico
La Corte d'Appello di Milano ha condannato a 30 giorni di reclusione, convertiti in una pena pecuniaria di 2.540, Alberto Stasi, nel processo parallelo a quello dell'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, per la detenzione di materiale pedopornografico definito "raccapricciante" dai giudici, che hanno scritto: "Pur tenendo conto del modesto quantitativo del materiale illecito – hanno scritto i giudici – la natura dell'illecito, da valutarsi anche nel contesto della parallela ‘abitudine' di Stasi di compulsare siti erotici-pornografici (…), e il raccapricciante contenuto di tale materiale, che qualifica il fatto di detenzione in termini di significativa gravità, non consente infatti di formulare una prognosi favorevole in merito alla futura condotta dell'imputato". Secondo la Corte "è provato il fatto di detenzione di materiale pedopornografico" e riguardo "al profilo comportamentale di Stasi ipotizzato dai periti e valorizzato dalla difesa" ha osservato che nonostante sia stata rilevata la "limitatezza del materiale pedopornografico, rinvenuto rispetto a quello di natura esclusivamente pornografica, da ciò desumendo una sua curiosità occasionale, certo è che anche tale valutazione dimostrava e confermava come vi fosse stata un'attività di ricerca e acquisizione da parte dell'imputato, effettuata in modo consapevole". La difesa dell'ex studente bocconiano, per il quale dovrà esser di nuovo celebrato il processo d'appello per l'assassinio di Chiara, faranno ricorso in Cassazione sostenendo che nessuno dei 17 frammenti di file al centro del processo è stato né intenzionalmente né integralmente scaricato, cercando così di dimostrare che non si è trattato di detenzione di materiale pedopornografico.