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Afghanistan: Obama annuncia il ritiro entro il 2014

Il Presidente americano ha stabilito un ritiro graduale delle truppe statunitensi dall’Afghanistan entro il 2014. Stesso piano per i contingenti militari di Gran Bretagna, Francia e Italia.
A cura di Antonio Palma
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Barack Obama

E’ ufficiale, dopo le prime indiscrezioni dei giorni scorsi, il Presidente americano, Barack Obama, ha annunciato il totale ritiro delle truppe dall’Afghanistan entro il 2014. Nei quindici minuti di discorso, in diretta tv, dalla Casa Bianca, Obama ha solennemente proclamato ”La luce di una pace sicura è in vista”.

Il Piano di sganciamento dalla guerra prevede il ritiro di un primo blocco di diecimila uomini, che torneranno a casa entro la fine di quest’anno, seguirà un ritiro graduale, fino ad arrivare a un totale di 33.000 militari richiamati in patria entro l’estate 2012, cioè pochi mesi prima delle elezioni presidenziali.

"Stasera posso annunciarvi che ho mantenuto il mio impegno" ha detto orgogliosamente il Presidente americano, riferendosi alle sue promesse pronunciate nel novembre 2009, durante il discorso all’accademia militare di West Point, quando annuncio l’invio di 33.000 soldati per dare il colpo definitivo ai Talebani. Obama ha ricordato i suoi successi nella lotta al terrorismo, l’uccisione di Osama Bin Laden, naturalmente, ma anche la cacciata indietro dei talebani, ai quali ora, da una posizione di forza, ha chiesto di partecipare ai negoziati di pace col governo Karzai, a condizione che "rinuncino alla violenza, e rispettino la Costituzione".

Pronta risposta dei Talebani che, tramite il portavoce Zabihullah Mujahid, hanno replicato che il ritiro annunciato dagli americani è solo simbolico e che “continueranno la loro jihad fino a che l'ultimo soldato straniero non avrà abbandonato la loro terra".

La scelta del ritiro è una decisione non solo politica, ma anche e forse soprattutto economica. Ricordando i costi umani, Obama non ha mancato di sottolineare anche quelli economici, "oltre mille miliardi", che in un periodo di crisi, anche per una democrazia così potente, non sono sostenibili. Obama ha espresso la sua voglia, che è anche quella di tutti gli americani, di ritornare a creare opportunità in patria, per i propri cittadini, “di tornare a riprendersi il sogno americano".

Il Discorso di Obama

Il Discorso di Obama

La prima reazione è arrivata dal fedele alleato inglese, il primo ministro britannico, David Cameron, che dopo un colloquio telefonico con il Presidente americano, si è detto "totalmente d'accordo” con le valutazioni della Casa Bianca, con un ritiro progressivo delle forze armate, per lasciare tutto nelle mani del Governo afghano.

Anche il Presidente francese, Nicolas Sarkozy, in un comunicato stampa, ha annunciato l’accordo con gli alleati e un ritiro delle truppe d’oltralpe con “un calendario comparabile a quello degli Stati Uniti”. Sarkozy ha ricordato come l’impegno di tutta la coalizione, per il processo di transizione delle responsabilità alle autorità afghane, proseguirà fino al 2014, secondo gli obiettivi fissati dal vertice della Nato, a Lisbona, nel novembre scorso.

Stesse conferme sul calendario del ritiro studiato dalla Nato arrivano pure da Australia e Italia. Il nostro Paese ha annunciato che non cambierà il suo programma previsto nell’accordo NATO, con un inizio della riduzione del contingente annunciato per il secondo semestre del 2011 e che proseguirà in maniera più consistente nel 2012. Il ritiro dell’intero contingente delle nostre truppe sarà completato entro il 2014, l’Italia, però, come già previsto dall'Alleanza, potrebbe lasciare in Afghanistan un piccolo contingente operativo, a scopi di addestramento delle forze di sicurezza locali.

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