Adele De Vincenzi, 16enne morta a Genova: nel suo sangue ecstasy 10 volte oltre il limite
Nel sangue di Adele De Vincenzi, la sedicenne morta lo scorso luglio per strada nel centro di Genova, c'era una concentrazione di MdMa (ecstasy) “dieci volte superiore al limite riconosciuto come dose unitaria dal sistema sanitario”. È questo quanto emerso dalla perizia eseguita dal medico legale Francesco Ventura depositata nei giorni scorsi. L’adolescente è stata dunque stroncata da una overdose di droga sintetica ingerita in una sola volta. Dopo la sua morte sono stati arrestati, e poi messi ai domiciliari, il fidanzato di Adele – il ventunenne Sergio Bernardin – e l'amico Gabriele Rigotti, diciannove anni. I due, che erano con Adele la sera della tragedia, sono accusati di spaccio aggravato e morte in conseguenza di altro reato. È in custodia cautelare in un istituto un ragazzo di diciassette anni di Busalla, accusato di aver ceduto quella notte la droga ad Adele e ai suoi amici. Il presunto pusher aveva accusato un amico di origini ecuadoriane di venti anni di essere lui lo spacciatore, ma dalle indagini della squadra mobile di Genova non sarebbero emersi elementi a suo carico. Nei prossimi giorni il pm Michele Stagno chiederà per lui l'archiviazione e il giudizio immediato per i due maggiorenni.
La telefonata al 118 mentre Adele stava per morire – Adele De Vincenzi, studentessa di Chiavari, si è sentita male la sera del 28 luglio vicino alla stazione di Brignole ed è morta 40 minuti dopo essere stata portata al pronto soccorso dell’ospedale Galliera. Nel corso delle indagini è emerso che la ragazza si sarebbe sentita male nell'indifferenza non solo dei suoi amici, ma anche dei passanti. In molti avrebbero visto la giovane a terra ma non si sono fermati. L'unico che ha chiamato il 118 è stato un netturbino che ha visto la scena e ha capito subito che qualcosa non andava: “Venite c'è una ragazza che sta male e i suoi amici non vogliono chiamare i soccorsi”.