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Accordo Ttip, scontro Europa e Stati Uniti sul futuro del cibo che mangiamo

La battaglia inseno all’Unione Europea tra favorevoli e contrari al partenariato commerciale tra le due sponde dell’Atlantico verte sulla sicurezza dei prodotti alimentari e sulle ricadute occupazionali negative per i paesi Ue. Sul tema di dibattito il trattamento delle carni e l’utilizzo degli Ogm.
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Il dilemma è: meglio migliorare e velocizzare i traffici ed il commercio oppure preservare la qualità dei prodotti attraverso controlli più accurati?
In estrema sintesi questo è il bivio cui si trovano di fronte i burocrati dell'Euro zona in relazione ai negoziati per la firma dell'accordo transatlantico sul commercio in corso tra Unione Europea e Stati Uniti e noto con la sigla di Ttip (Transatlantic trade and investmen partnership, ovvero Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, o anche con la sigla di Tafta ovvero Transatlantic Free Trade Agreement, Accordo sul libero commercio Transatlantico). Uno dei punti chiave su cui si stanno scontrando le varie anime dell'Unione riguarda il comparto agroalimentare.

I negoziati

Questo perché, a quanto emerso fin'ora – i negoziati relativi al trattato sono stati fortemente criticati nel corso degli ultimi mesi perché avvolti in una nube di segretezza –, l'intenzione potrebbe essere quella di permettere l'accelerazione degli scambi, finalizzata a favorire il commercio e lo scambio delle merci, a scapito tuttavia dei controlli, della qualità e dei territori che presentano sul mercato prodotti ricercati e di qualità considerata superiore.
In questo caso specifico è chiaro che, se fosse confermata questa impostazione negoziale, i paesi dell'Unione Europea avrebbero tutto o quasi da perdere vista l'eccezionale ricchezza di generi alimentari certificati che vengono messi in circolazione dai paesi dell'Unione.
La battaglia sull'agroalimentare, tuttavia, non riguarda unicamente la certificazione e la tutela dei marchi protetti (l'esempio delle specialità italiane è lunghissimo, ma non si devono sottovalutare quelle francesi, spagnole, greche e persino tedesche), ma anche il controllo delle merci e le modalità di produzione. Uno dei principali punti di scontro tra favorevoli e contrari al trattato, che secondo il calendario originale avrebbe dovuto essere pronto entro il 2014 ma che ad oggi sembra ancora in una fase di stallo), riguarda ad esempio le modalità di produzioni delle carni, modalità molto differenti tra Usa ed Europa.

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I detrattori del Ttip mettono in evidenza come negli Stati Uniti le varie tipologie di carne siano lavorate con procedure diverse e, secondo molti, ai limiti della pericolosità per la salute. In particolar modo, sul banco degli imputati, c'è il pollo “lavato con il cloro” (tecnica nota in inglese come: chlorine-washed chicken), l'utilizzo non regolamentato degli ormoni per la crescita di bovini e suini e i cibi trattati con procedure che ne modifichino la struttura genetica, quindi Ogm.
In tutti questi casi le merci, una volta approvato l'accordo tra Usa e Ue, potrebbero giungere nel Vecchio continente senza particolari controlli  finendo così sulle tavole dei cittadini dell'Unione che potrebbero persino non essere informati dell'utilizzo di tali tecniche di lavorazione all'atto dell'acquisto. Il timore espresso dai produttori europei, così come dai consorzi di allevatori e organizzazioni non governative attive sul tema dell'agroalimentare, è che le carni provenienti dagli Usa potrebbero, come si prevede, avere prezzi molto più bassi rispetto a quelle prodotte nel territorio di Bruxelles con chiare implicazioni sia di natura alimentare che sanitaria ed economiche. Il timore che questa possibile concorrenza possa indebolire sia la qualità dei prodotti europei sia il mercato del lavoro interno che ruoto attorno al comparto sono tanti e crescono di giorno in giorno.

Le perplessità

Stesse argomentazioni vengono utilizzate per quanto riguarda i cibi Ogm (ovvero Geneticamente manipolati) al centro di battaglie campali da parte di associazioni di categoria ed ambientaliste negli scorsi anni e che l'Ue ha stabilito di ridimensionarne l'uso proprio per venire in contro alle istanze sociali, sanitarie ed economiche esposte nel corso degli anni Zero da associazioni e movimenti.
Nelle scorse settimane l'Istituto per le ricerche economiche di Colonia, in Germania, ha pubblicato uno studio in cui ridimensiona fortemente le preoccupazioni legate all'approvazione del Ttip in relazione al settore agroalimentare.
“I timori relativi all'ingresso di cibi non sufficientemente controllati sono incomprensibili – si legge nello documento –. Non ci sono prove scientifiche, ad esempio, che il pollo disinfettato con il cloro ponga una minaccia alla salute, ma al contrario l'accordo potrebbe rappresentare un vantaggio economico pratico per le economie interessate. Smantellare le barriere commerciali e mantenere la certificazione sui prodotti darebbe maggiori possibilità di scelta ai consumatori”.

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A seguito delle studio, tuttavia, organizzazioni di categoria ed associazioni hanno manifestato forti contrarietà all'approvazione dell'accordo scrivendo direttamente all'Ue.
“Il Ttip esporrà in modo irreversibile i cittadini dell'Ue e i suoi animali a grandi rischi – si legge nella missiva, inviata dalle associazioni Friends of the Earth Europe, Compassion in World Farming and the Institute for Agriculture and Trade Policy a Karel de Gucht, commissario Ue per il Commercio –. Ad esempio se gli standard di Ue e Usa sono ritenuti equivalenti e non si controlla che sia davvero così, a causa di tagli ai costi, malfunzionamenti del sistema o altro, la protezione dei consumatori e dell'export è compromessa. Se gli Usa compiono dei test sulla contaminazione da Ogm in campo agricolo e le loro regolamentazioni diventano automaticamente equivalenti (come vorrebbe l'accordo, ndr) a quelle europee, potremmo avere sulle nostre tavole materiale modificato geneticamente senza esserne consapevoli, proprio perché la differente regolamentazione Usa diverrebbe automaticamente equivalente a quella europea anche se queste sono differenti”. Le perplessità riguardano anche le merci che arrivano via nave nei porti dell'Ue dagli Usa e che potrebbero essere stati trattati con tecniche differenti, sebbene considerati equivalenti dal punto di vista normativo, esponendo i cittadini di entrambe le comunità a differenti standard di sicurezza alimentare e sanitaria. I prossimi colloqui tra i rappresentati di Bruxelles e di Washington sono considerati di grande importanza per capire se l'accordo diventerà realtà e, soprattutto, quali saranno le reali implicazioni del Ttip viste le non poche difficoltà incontrate al momento e che hanno fatto sorgere molti dubbi relativi persino alla realizzazione stessa dell'intesa transatlantica.

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