Abuso d’ufficio, Luigi Di Maio contro Matteo Salvini: “Meno stronzate e lavora di più”
A tre giorni dalle elezioni europee, con i partiti politici in piena campagna elettorale, si è aperto un nuovo filone di polemica tra i due vicepresidenti del Consiglio. Ieri sera Matteo Salvini, leader della Lega, ha proposto di abolire il reato di abuso d'ufficio, sostenendo che molti sindaci "non firmano niente per paura di essere indagati". Era arrivata subito la risposta di Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle, che ha annunciato "un muro" contro chi volesse "tornare indietro ai podestà". Questa mattina il ministro dell'Interno è tornato sulla questione, sottolineando che "non si può bloccare tutto per presunzione di consapevolezza". Poi il ministro del Lavoro ha deciso di rispondere, tornando sull'argomento abuso d'ufficio, con un lungo post su Facebook dai toni duri e accusatori nei confronti di Salvini, ma senza mai nominarlo direttamente. "Un sindaco, un ministro, un presidente di Regione o un qualsiasi altro dirigente pubblico che fa assumere sua figlia per chiamata diretta, invece di convocare una selezione pubblica e dare a tutti la possibilità di ambire a quel posto di lavoro", questo, secondo Di Maio, è un esempio perfetto di "reato di abuso d'ufficio".
"Ieri – ha continuato Luigi Di Maio – ho sentito dire da qualcuno che questo reato lo si vuole abolire. È forse un modo per chiedere il voto ai condannati o per salvare qualche amico governatore da una condanna?", ha accusato il ministro del Lavoro. Secondo il capo politico del Movimento 5 Stelle non si può restare in silenzio "davanti a chi apre ai raccomandati, a chi chiude le porte al merito, a chi favorisce qualcuno solo perché ha avuto qualcosa in cambio". Il colmo però, ha continuato Di Maio, è che "se parlo, qualcuno fa la vittima e dice che insultiamo e se non parlo siamo conniventi".
Il vicepresidente del Consiglio pentastellato, riferendosi ancora una volta a Matteo Salvini senza nominarlo, ha insistito: "Di fronte a questa stupidaggine io non posso tacere. Chi l’ha detto stavolta ha toppato alla grande". E poi "il prossimo passo quale sarà? – ha continuato Luigi Di Maio – Che per evitare di far dimettere un sottosegretario togliamo il reato di corruzione? – ha scritto riferendosi al caso di Armando Siri – Sia chiara una cosa, per noi il governo va avanti, ma a un patto: più lavoro e meno stronzate!".