Aborto, il Lazio approva il ‘day hospital’ per la pillola del giorno dopo
Dopo una prima apertura inaugurata dalla Regione Toscana lo scorso anno, anche negli ospedali del Lazio non sarà più necessario attendere i tre giorni di ricovero per poter assumere la pillola abortiva Ru486: come scrive il Messaggero, il presidente Nicola Zingaretti ha infatti apposto la propria firma sull’ultima decisione in merito all’interruzione volontaria di gravidanza non chirurgica anche in regime di day hospital, previo naturalmente il via libera del medico. "Interrompere una gravidanza è sempre un evento difficile per una donna – ha commentato il presidente – e il nostro dovere è garantire assistenza e il diritto alla salute. È un atto di profondo rispetto per le donne". Un atto, ha spiegato ancora il governatore, che si inserisce in un più ampio quadro che punta alla valorizzazione della rete dei consultori. Quella di consentire l’uso della Ru486 in day hospital, ha ricordato la giunta, è una scelta già adottata da altre Regioni, come l’Emilia-Romagna o l’Umbria, e che si basa su "evidenze scientifiche internazionali".
La decisione della giunta laziale ha però innescato non poche polemiche. Secondo la consigliera regionale Olimpia Tarzia (lista Storace), fondatrice del Movimento per la vita, la delibera di Zingaretti "è una grave forzatura ideologica. L’aborto chimico non è meno traumatico di quello chirurgico". La delibera poi "bypassa la stessa 194, perché tutta la procedura abortiva deve avvenire entro le strutture ospedaliere – conclude Tarzia – Zingaretti getta le basi per incoraggiare l’aborto fai da te". Critica anche la deputata Ncd Eugenia Roccella: "Il Consiglio superiore di sanità, cioè la massima autorità scientifica italiana nell’ambito della salute, ha espresso ben tre pareri, in anni diversi, in cui si ribadisce che, a tutela della salute della donna, è necessario per chi assume la pillola abortiva un ricovero di tre giorni".