A Roma il Family Day contro il disegno di legge Cirinnà e l’ “ideologia del gender”
E' iniziata alle 15.30 aPiazza San Giovanni a Roma la manifestazione che, secondo le stime degli organizzatori, dovrebbe essere riuscita a raccogliere circa 300.000 partecipanti. Il Family Day – promosso da Alessandro Pagano, Maurizio Gasparri, Maurizio Sacconi, Carlo Giovanardi, Roberto Formigoni, Paola Binetti, Eugenia Roccella – ha ricevuto un sostegno della Chiesa più cauto rispetto agli anni passati. Monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei, ha fatto sapere nei giorni precedenti di condividere i contenuti del Family Day, ma non la forma di protesta. La stessa partecipazione politica alla manifestazione interessa personalità trasversali a diversi partiti – tra cui Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega Nord, Area popolare, Per l'Italia e gruppo misto – ma non ha visto la discesa compatta in piazza di uno specifico gruppo parlamentare. Secondo gli organizzatori, i parlamentari scesi in piazza sarebbero un centinaio, trovando posto tra la folla stessa per ribadire la natura apartitica dell'evento.
Nonostante la cautela della Cei, è stato il Vaticano a dare la propria "benedizione" al Family Day sia con un messaggio del presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, monsignor Vincenzo Paglia, sia, il giorno prima, con una lettera del Vicariato che ha fatto il giro delle parrocchie muovendo il mondo cattolico in maniera più frammentata degli anni passati. In piazza non ci sarà ad esempio Comunione e Liberazione, né il Forum delle Famiglie, che ha comunque reso noto che alla manifestazione saranno presenti i propri dirigenti a titolo personale.
Il Family Day è, nelle intenzioni degli organizzatori, la risposta politica al Disegno di legge Cirinnà, che istituisce le unioni civili anche dello stesso stesso e che apre alla possibilità dell'adozione del figlio naturale del compagno o della compagna (anche nel nuovo nucleo omosessuale). Obiettivo della manifestazione è anche contestare quella che viene definita "ideologia del gender", accusata di essere un'elaborazione intellettuale che afferma l'inesistenza dei generi sessuali e che sarebbe divulgata attraverso le istituzioni scolastiche. Un'interpretazione, questa, che proprio a Roma ha visto anche iniziative "politiche" da parte di una dirigente scolastica.
"Iniziativa omofoba e di censura", secondo Ilaria Iapadre, Responsabile Area Tematica Lgbt dell'Unione degli studenti, che circa l' "ideologia del gender" contro cui si schierano i manifestanti, precisa: "a detta del Comitato promotore della manifestazione, nelle scuole vi sarebbero progetti di educazione alla affettività e sessualità che, col pretesto del contrasto al bullismo e alla discriminazione, veicolerebbero, spesso all'oscuro di madri e padri, teorie frutto d'uno sbaglio della mente umana. Dietro questa affermazione falsa e tendenziosa si cela in realtà la volontà di mantenere il costrutto del genere saldamente ancorato alle sue basi meramente sessuali e biologiche, affinché continui ad essere una gabbia che impone ruoli prefissati e genera violenza, isolamento, emarginazione e discriminazione".
"Inaccettabile – secondo Ivan Scalfarotto – una manifestazione come quella contro le unioni civili che si tiene oggi a Roma". Secondo il sottosegretario alle riforme del governo Renzi, quella di Roma è una manifestazione "contro i diritti dei propri concittadini dà l’idea di quanto la battaglia per i diritti lgbt nel nostro Paese sia molto complessa”. Pertanto, anticipa lo stesso Scalfarotto, “l’Italia deve fare ancora molta strada, ma non è immobile, il parlamento non è immobile". Gli risponde Roberto Formigoni, tra gli organizzatori del Family Day, che ha definito "incredibile" la "dichiarazione del sottosegretario Scalfarotto, che evidentemente ha perso la testa di fronte all'imponenza di Piazza San Giovanni, piena di gente nonostante la pioggia. Altro che seminatori d'odio e manifestazione inaccettabile come Scalfarotto sostiene, tentando di denigrare chi si limita ad esprimere un'idea diversa dalla sua"