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Lei muore in ospedale, il marito medico ora è accusato di omicidio: “L’ha avvelenata con nitrito di sodio”

La Procura di Ancona ha chiesto il processo per Vincenzo Profili: l’udienza preliminare davanti al gup si terrà il 5 giugno. L’89enne è accusato di aver avvelenato la moglie 81enne.
A cura di Giusy Dente
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Immagine di repertorio.
Immagine di repertorio.

Un 89enne di Fabriano (provincia di Ancona) è accusato di omicidio: avrebbe ucciso la moglie per avvelenamento, somministrandole del nitrito di sodio, un additivo alimentare tossico e in forma cristallina, che risulta però incolore e insapore. Vincenzo Profili è noto in zona per essere il figlio di Engles Profili, coraggioso partigiano che ha operato al fianco della Resistenza, ucciso nel 1944 dai nazifascisti. Era soprannominato il "medico dei poveri". Proprio a lui è intitolato l'ospedale di Fabriano dove la vittima è deceduta il 25 maggio del 2023, a 81 anni.

Daniela Chiorri era arrivata nel nosocomio in gravi condizioni. A soccorrerla e portarla lì, era stata la badante. Il giorno prima era già stato ricoverato il marito, che aveva accusato un malore simile in casa. Per entrambi, i medici avevano ricondotto i sintomi a un avvelenamento, ma mentre Profili è uscito dall'ospedale dopo un ricovero di due mesi, la donna non ce l'ha fatta: è morta dopo cinque giorni.

Oggi la Procura di Ancona ha chiesto il processo per il marito dell'81enne: l'udienza preliminare davanti al gup è fissata per il 5 giugno. L'uomo avrebbe somministrato alla moglie quantità mortali di nitrito di sodio, aggiunte probabilmente ai medicinali che la donna assumeva abitualmente. È questa la conclusione a cui si è giunti dopo l'autopsia sul corpo della donna disposta dalla pm Irene Bilotta. Fondamentale si è rivelato l'accertamento medico-legale, che ha rilevato forti concentrazioni di nitrito di sodio, identificate come possibile causa della morte. Nel 2023, invece, l'analisi effettuata sui cibi e sulle bevande sequestrate dai carabinieri in casa dei due anziani non avevano fatto emergere alcuna stranezza. Nessuna analisi, invece, è mai stata effettuata sui farmaci che la donna assumeva all'epoca.

Vincenzo Profili si è sempre dichiarato estraneo alle accuse. La difesa sostiene che entrambi, visti i due malori e i due ricoveri, siano entrati a contatto con la sostanza velenosa senza saperlo. Diversa la tesi dell'accusa, che si basa sulla testimonianza di un testimone che ha riferito di una boccetta sospetta vista e fotografato in casa, nascosta in un mobile. Tale boccetta, però, non è mai stata ritrovata. A sfavore dell'accusato c'è anche un altro elemento: ricerche online sui metodi per acquistare nitrito di sodio, riscontrate sul pc sotto sequestro.

L'ipotesi della pm, in conclusione, è che Profili abbia somministrato il nitrito alla moglie e per depistare le indagini anche a se stesso, ma con un dosaggio minore e non mortale, così da finire in ospedale prima di lei e lasciarle in casa le medicine da prendere in sua assenza, già contaminate con il veleno. Insomma, l'uomo avrebbe sfruttato le proprie competenze mediche per orchestrare un omicidio perfetto, mascherandolo per un malore in casa. Se confermato, all'omicidio volontario si aggiungerebbero tre aggravanti: sono contestate la premeditazione, il legame di parentela e la minorata difesa della vittima. L'81enne, infatti, all'epoca dei fatti era allettata e gravemente malata.

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