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Omicidio Sara Campanella

Sara Campanella, la famiglia non vuole le scuse dei genitori di Argentino. L’avvocato di lui: “Obbligo morale”

Per due volte la famiglia di Sara Campanella ha precisato di non voler sapere il contenuto della lettera di scusa dei genitori di Stefano Argentino, in carcere con l’accusa di omicidio. L’avvocato dell’indagato: “Le scuse rappresentano un obbligo morale”.
A cura di Giorgia Venturini
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Da sinistra, Sara Campanella, la 22enne uccisa; Stefano Argentino, il 27enne accusato del femminicidio.
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La famiglia di Sara Campanella, la ragazza uccisa a coltellate a Messina lo scorso 31 marzo, si è rifiutata di leggere la lettera di scuse scritta dai genitori di Stefano Argentino, in carcere con l'accusa di omicidio. Lo scambio di risposte tra le due famiglie è avvenuto tramite alcune email dei loro legali. La decisione dei parenti della vittima e del loro avvocato Concetta La Torre è stata motivata così: "Si tratti di mero ‘atto dovuto'; le circostanze ed i comportamenti successivi al grave fatto delittuoso, escludono si tratti di scuse sincere". Per questo per due volte la famiglia ha precisato di non voler leggere nulla. Fanpage.it non pubblicherà la lettera di scuse.

L'avvocato di Stefano Argentino, il legale Giuseppe Cultrera, risponde così pubblicamente al rifiuto della famiglia Campanella di leggere la lettera di scuse: "Questa difesa, di concerto con la famiglia argentino e su richiesta della stessa, aveva ritenuto un atto moralmente corretto e sentito porgere delle scuse formali per l’accaduto alla famiglia della giovane Sara. Scuse che non avrebbero alterato lo stato processuale ma che, chiaramente, rappresentano un obbligo morale. Lo si è fatto mediante invio di una lettera, per mezzo del difensore della mamma di Sara. E si noti che lo si è fatto il 15 aprile, non oggi, né ieri! Appena tre giorni dopo che questa difesa era stata incaricata".

Poi tiene ad aggiungere: "Purtroppo, già l’indomani, il difensore ha riscontrato la mail dicendo che la famiglia di Sara non ha inteso leggere le scuse in quanto trattavasi di un mero atto dovuto. Unitamente alle scuse della famiglia, questa difesa ha ritenuto di trasmettere una personale lettera di condoglianze che motivasse la scelta della difesa con la vocazione alla toga. Anche in questo caso, non è dato comprendere il motivo, la famiglia di Sara ha ritenuto di non voler, allo stato, conoscere il contenuto. È chiaro che, trattandosi di circostanze morali, si è evitato di dar loro valenza mediatica ma, considerato che si è appreso dell’avvenuta divulgazione della scelta, non sarà superfluo render noti pure i contenuti".

Non è il primo scambio di opinioni tra i colleghi della controparte. Nei giorni scorsi sono intervenuti sull'intenzione dell'avvocato di Stefano Argentino di chiedere una perizia psichiatrica. L'avvocata della mamma di Sara Campanella aveva commentato così all'Adnkronos: "Stefano Argentino era lucido, non ha nulla di psichiatrico". Definendo la perizia "una mossa che ci aspettavamo, una strategia difensiva tipica nei casi di femminicidio". A lei aveva risposto l'avvocato Cultrera: "La richiesta di una perizia psichiatrica, già annunciata, è un sacrosanto diritto dell’indagato, un mezzo di prova del codice di rito, non una routine giudiziaria o, come definita dalla parte civile, ‘una mossa che ci si aspetta‘".

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