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Testo e significato di Al cuore gentile, Niccolò Fabi si ispira al Dolce Stil Novo per la sua nuova canzone

Niccolò Fabi si è ispirato al Dolce Stil Novo epr scrivere la sua canzone Al cuore gentile, brano che chiudo il suo prossimo album Libertà negli occhi: ecco testo e significato della canzone.
A cura di Redazione Music
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Niccolò Fabi - foto di Giulio Cannavale
Niccolò Fabi – foto di Giulio Cannavale

Niccolò Fabi ha pubblicato Al cuore gentile, secondo singolo tratto dal nuovo album Libertà negli occhi – in uscita il 16 maggio solo in formato Cd+libro e vinile – dopo Acqua che scorre. Questa canzone, di cui è stata pubblicata anche una video session notturna registrata all’interno della baita sul Lago dei Caprioli, proprio nel momento in cui il brano veniva inciso. Con questa canzone, ispirata a "Al cor gentile rempaira sempre amore" di Guido Guinizelli, si chiude anche l'album, il decimo per il cantautore romano che ha spiegato come sia il risultato di una vera e propria residenza artistica "Un modo antico, ma abbastanza inusuale di questi tempi, di pensare alla creazione di un disco".

Il testo di Al cuore gentile di Niccolò Fabi

L'amore torna sempre al cuore gentile
Perché sono nati insieme, come luce dal sole
Come la virtù che fa la pietra preziosa
Così l'amore da valore a ogni cosa

L'amore ha casa dentro al cuore gentile
Come la fiamma che sta sulla candela
Ma il cuore cattivo, invece, resiste all'amore
Così come il ghiaccio si nasconde al calore

Io non posso che obbedire
E compio la sua volontà
So che Dio potrà capirmi
Sembrava proprio un angelo

Il significato di Al cuore gentile

Per scrivere Al cuore gentile, Niccolò Fabi si è ispirato alla poesia che dà il via a quella corrente chiamata Dolce Stil Novo, ovvero Al cor gentile rempaira sempre amore Guido Guinizelli, poesia scritta nella seconda metà del XIII secolo e aspiegarla è lo stesso cantautore romano: "Alla poesia medievale in un tempo oramai lontano ho dedicato cinque anni della mia vita. In qualche modo “libertà negli occhi” è anche un dialogo con quella stagione della vita che per brevità chiamiamo gioventù in cui si formano quelle categorie emotive e mentali che nel bene e nel male ci accompagneranno per sempre. L’amore ai tempi dello stilnovo per me è una di quelle quindi ho sentito il bisogno di omaggiarlo musicando una libera riduzione e parafrasi della sua canzone simbolo".

Il testo di Al cor gentile rempaira sempre amore di Guido Guinizzelli

Al cor gentil rempaira sempre amore
come l’ausello in selva a la verdura;
né fe’ amor anti che gentil core,
né gentil core anti ch’amor, natura:
ch’adesso con’ fu ’l sole,
sì tosto lo splendore fu lucente,
né fu davanti ’l sole;
e prende amore in gentilezza loco
così propïamente
come calore in clarità di foco.

Foco d’amore in gentil cor s’aprende
come vertute in petra prezïosa,
che da la stella valor no i discende
anti che ’l sol la faccia gentil cosa;
poi che n’ha tratto fòre
per sua forza lo sol ciò che li è vile,
stella li dà valore:
così lo cor ch’è fatto da natura
asletto, pur, gentile,
donna a guisa di stella lo ’nnamora.

Amor per tal ragion sta ’n cor gentile
per qual lo foco in cima del doplero:
splendeli al su’ diletto, clar, sottile;
no li stari’ altra guisa, tant’è fero.
Così prava natura
recontra amor come fa l’aigua il foco
caldo, per la freddura.
Amore in gentil cor prende rivera
per suo consimel loco
com’ adamàs del ferro in la minera.

Fere lo sol lo fango tutto ’l giorno:
vile reman, né ’l sol perde calore;
dis’omo alter: «Gentil per sclatta torno»;
lui semblo al fango, al sol gentil valore:
ché non dé dar om fé
che gentilezza sia fòr di coraggio
in degnità d’ere’
sed a vertute non ha gentil core,
com’aigua porta raggio
e ’l ciel riten le stelle e lo splendore.

Splende ’n la ’ntelligenzïa del cielo
Deo crïator più che [’n] nostr’occhi ’l sole:
ella intende suo fattor oltra ’l cielo,
e ’l ciel volgiando, a Lui obedir tole;
e con’ segue, al primero,
del giusto Deo beato compimento,
così dar dovria, al vero,
la bella donna, poi che [’n] gli occhi splende
del suo gentil, talento
che mai di lei obedir non si disprende.

Donna, Deo mi dirà: «Che presomisti?»,
sïando l’alma mia a lui davanti.
«Lo ciel passasti e ’nfin a Me venisti
e desti in vano amor Me per semblanti:
ch’a Me conven le laude
e a la reina del regname degno,
per cui cessa onne fraude».
Dir Li porò: «Tenne d’angel sembianza
che fosse del Tuo regno;
non me fu fallo, s’in lei posi amanza.

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