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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Israele bombarda scuola – rifugio a Gaza: “Così i nostri figli vengono bruciati vivi mentre dormono”

Israele ha bombardato una scuola adibita a rifugio a Gaza City uccidendo almeno dieci persone, tra le quali un bambino. L’ONU: “La Striscia è diventata una terra di disperazione”.
A cura di Davide Falcioni
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Un attacco aereo israeliano ha colpito una scuola adibita a rifugio per sfollati a Gaza City, provocando un incendio che ha ucciso almeno dieci persone nel sonno. Secondo Al Jazeera, tra le vittime si registra anche un bambino, il cui corpo è stato ritrovato completamente carbonizzato tra i resti della struttura.

Le immagini provenienti da Gaza City mostrano l'entità della distruzione e delle fiamme divampate all'interno dell'edificio, he da tempo era utilizzato come riparo da famiglie fuggite dai combattimenti. "È così che i nostri figli vengono bruciati vivi, mentre dormono nelle tende degli sfollati", ha denunciato il giornalista di Al Jazeera, Anas al-Sharif, che tra i primi ha documentato la strage. "Non esistono aree sicure, non ci sono sopravvissuti a questo genocidio. Gaza City e le aree settentrionali sono sottoposte da ore a intensi bombardamenti israeliani e fuoco d'artiglieria".

A Gaza non esistono più zone sicure

Dal 18 marzo, quando Tel Aviv ha rotto il cessate il fuoco iniziato quasi due mesi prima, Israele ha interrotto la designazione di zone umanitarie nella Striscia di Gaza, mossa che ha sollevato forti preoccupazioni tra le organizzazioni umanitarie internazionali per la sicurezza dei civili, sempre più senza vie di fuga.

L’area di al-Mawasi, nel sud della Striscia, era stata dichiarata "zona umanitaria" dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) nel dicembre 2023, e successivamente ampliata per includere città come Khan Younis e Deir al-Balah. Le mappe ufficiali, distribuite online e lanciate dal cielo, avevano indirizzato oltre un milione di palestinesi verso queste aree. Ma la sicurezza promessa si è rivelata falsa: prima di gennaio, almeno 28 attacchi israeliani avevano colpito queste zone, e un'inchiesta della BBC ha alzato il bilancio a 97 raid con almeno 550 vittime.

Da marzo, con la fine del cessate il fuoco, ogni riferimento ad "aree sicure" è sparito dalle mappe. Israele ha riconquistato ampie fasce di territorio trasformandole in "zone cuscinetto di sicurezza", mentre le Nazioni Unite stimano che il 70% della Striscia sia oggi sottoposto a ordini di evacuazione o dichiarato inaccessibile.

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ONU: "Gaza è diventata una terra di disperazione"

Fonti umanitarie riferiscono che né le IDF né il COGAT, l’organo israeliano che coordina le attività civili nei territori palestinesi, hanno fornito risposte chiare sulla possibilità di ripristinare le zone umanitarie. Il quadro umanitario è sempre più drammatico. L’ONU ha lanciato un nuovo allarme sulla minaccia di carestia a Gaza, dopo oltre 50 giorni di blocco totale degli aiuti da parte di Israele. Ieri, nuovi raid israeliani hanno provocato la morte di altre 17 persone, in maggioranza donne e bambini, secondo fonti sanitarie locali.

"Gaza è diventata una terra della disperazione", ha dichiarato Philippe Lazzarini, commissario generale dell’UNRWA, l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi. "La fame si sta diffondendo, è deliberata, causata dall’uomo. Due milioni di persone sono sottoposte a punizione collettiva. Gli aiuti umanitari vengono usati come arma di guerra".

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