Funerali Papa Francesco

Marco e quella telefonata con papa Francesco: “Avevo 13 anni, mi disse: sono una persona come te”

Marco Piccinelli, oggi 19enne, nel 2019 era costretto a muoversi sulla sedia a rotelle in seguito a un incidente. Visto il momento difficile, aveva scritto a Papa Francesco per chiedere conforto e inaspettatamente ecco arrivare la telefonata del Pontefice, che l’ha esortato a non arrendersi. Ci ha raccontato la sua storia.
A cura di Chiara Daffini
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"Eravamo proprio lì, sul terrazzo – dice Marco Piccinelli, 19enne di Capriolo (Brescia), indicandoci un tavolo oltre la portafinestra – quando ha chiamato il Papa". Quella domenica di sei anni fa resta impressa in un cartoncino a forma di cuore appeso alle piastrelle della cucina in casa Piccinelli: "25 agosto 2019, ore 15:25: Papa Francesco mi ha chiamato". Con un misto di gioia e dolore, Marco ripercorre insieme a Fanpage.it l'emozione di quella telefonata.

Marco, da cosa è partito tutto?

"Una signora che abita nella mia stessa via nell'estate del 2019 era andata a fare l'udienza con il Papa e così le avevo dato una lettera da portare al Pontefice".

Come mai hai sentito il bisogno di scrivere a Papa Francesco?

"Perché in quel periodo ero in una situazione abbastanza complessa. Avevo 13 anni ed ero costretto a spostarmi per lo più in sedia a rotelle a causa dei traumi seguiti a un incidente. Ho scritto una lettera al Papa nella speranza di ricevere un po' di conforto, ma all'inizio non volevo mettere né il mio nome né un numero di telefono, è stata mia mamma a insistere di lasciare il suo cellulare. Diceva che Papa Francesco aveva chiamato diverse persone e che magari, con un po' di fortuna, sarebbe potuto succedere".

Ed è successo.

"Sì, è proprio successo. Era una domenica pomeriggio dopo pranzo, circa una settimana prima gli avevo fatto consegnare la lettera. Con la mia famiglia eravamo fuori attorno al tavolo sul terrazzo, quando a mia mamma è squillato il cellulare. Era un numero sconosciuto e mia mamma pensava a uno scherzo o alla pubblicità, invece era il Papa. All'inizio non ci ha creduto, poi è sbiancata e mio papà ha cercato di sorreggerla. Anche io quando me l'ha passato non ci potevo credere, ma è stato il Papa stesso a tranquillizzarmi, mi ha detto ‘Sono una persona normale come te, parlami tranquillamente'. E così ho fatto".

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Di cosa avete parlato?

"Mi ha chiesto se stessi studiando e che cosa nello specifico, se pregassi e di pregare anche per lui. Mi ha raccomandato di continuare a studiare e a interessarmi a nuove cose e soprattutto, per la condizione in cui mi trovavo, di non mollare mai".

E l'hai ascoltato?

"Sì, quel dialogo con il Pontefice mi ha dato tanta forza: l’avvicinamento di un'istituzione religiosa così importante agli ultimi, agli umili, a una persona comune come sono io, mi ha lasciato tanto. È stato una certezza che mi ha dato la forza di andare avanti con pazienza e oggi mi sono quasi del tutto ripreso: riesco a camminare fuori casa con il solo supporto di una stampella e presto toglierò anche quella".

Avevi mai pensato di andare a far visita al Papa?

"A dire il vero era stato lui a invitarmi durante quella chiamata, mi aveva detto di farmi sentire se passavo da Roma, poi però è arrivato il Covid e successivamente mia mamma si è ammalata di tumore ed è venuta a mancare lo scorso anno. Diciamo che le cose sono state più complicate del previsto… Devo dire però che la vicinanza spirituale di Papa Francesco mi ha aiutato anche ad affrontare la perdita della mamma, è stato come un collante che ha dato a tutti la forza per andare avanti".

Come ti sei sentito quando hai ricevuto la notizia della morte di Papa Francesco?

"Ho sentito e sento tutt'ora un grande vuoto, per me era un punto di riferimento, una certezza. Credo che Papa Francesco abbia dato vita a una grande rivoluzione nella Chiesa, avvicinandola ai poveri e ai giovani, rivoluzione che dovrà essere portata avanti dai suoi successori"

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