Samia uccisa dall’ex a Udine, la rabbia della figlia: “Non perdonerò mio padre, lei voleva solo essere libera”

"Non perdonerò mai mio padre. La mamma voleva solo essere libera e felice. Non è stato fatto abbastanza per aiutarla". Sono queste le parole della figlia di Samia Bent Rejab Kedim, l'ennesima vittima di femminicidio in Italia: è stata uccisa a coltellate dall'ex marito, il 59enne Mohamed Naceur Saadi, a Udine, durante le ore di permesso per lasciare il luogo dove era detenuto agli arresti domiciliari per maltrattamenti e violenze. Subito dopo, l'uomo le ha rubato l’auto e si è allontanato a tutta velocità, per poi lanciarsi contro una betoniera che arrivava dal lato opposto.
La figlia, intervistata dal Messaggero veneto, ha detto ancora: "La mamma aveva subito più volte violenze da lui, era stata minacciata di morte. Era terrorizzata. Non è possibile che sia successa una cosa simile, ora siamo rimasti soli, io, mia sorella Sabrina e mio fratello, ancora minorenne".
Poi, ancora, il racconto di quanto successo l'altro giorno. "Quando è arrivato davanti alla porta di casa ha subito capito, dalle urla e dai rumori, che stava succedendo qualcosa di grave. Ha tentato di aprire la porta per aiutare la mamma ma non ci è riuscito. Era disperato. Non dovevano lasciar uscire mio padre e la mamma doveva essere tutelata. Chiediamo giustizia e vogliamo anche capire che cosa non ha funzionato. Chi ha sbagliato deve pagare".
Infine, la ragazza è tornata sulla denuncia effettuata da Samia per le violenze subite e per le quali il padre era stato condannato a 5 anni e 4 mesi. "La mamma lo aveva denunciato più volte ma poi, per paura e per il timore di danneggiare la famiglia, aveva sempre ritirato le denunce. Alla fine aveva trovato il coraggio e mio padre era finito in carcere ma non è servito perché lo hanno fatto uscire. Una donna che presenta così tante denunce, anche se poi le ritira, va aiutata. Invece nessuno ha fatto nulla", ha concluso.