Come è andato l’incontro di Meloni con il vicepresidente Vance a Roma e cosa ha ottenuto l’Italia

Dopo il bilaterale del 17 aprile alla Casa Bianca, durante il quale sono arrivati da Trump non solo elogi, ma anche la promessa di una visita a Roma che potrebbe essere fissata a maggio, per incontrare probabilmente anche i vertici europei, la presidente del Consiglio Meloni ha ricevuto a Palazzo Chigi il vicepresidente degli Stati Uniti Vance, forte di quella "special relationship", come l'ha definita la Casa Bianca, tra lei e il presidente Usa.
Il viaggio di Vance era pianificato da tempo, da prima che Meloni annunciasse il viaggio a Washington per provare ad aprire un canale di trattativa con Trump sui dazi, sfruttando la finestra di tre mesi di sospensione delle tariffe commerciali imposte dal tycoon (la sospensione dei dazi scade il 10 luglio), con l'obiettivo di un libero mercato transatlantico. Il vice di Trump, che oggi vede Papa Francesco in Vaticano, aveva detto di voler informare in presenza la presidente del Consiglio italiana sullo stato delle trattative per la pace in Ucraina, per "portare questa brutale guerra a finire" e aveva anticipato che si sarebbe parlato più nel dettaglio anche dei negoziati commerciali tra Stati Uniti ed Europa.
Cosa si sono detti Meloni e Vance sull'Ucraina
Sul fronte dell'Ucraina Meloni davanti alle telecamere alla Casa Bianca aveva ribadito la posizione dell'Italia: in quel conflitto c'è un aggressore, che è Putin. JD Vance, durante l'incontro con la presidente del Consiglio, ha espresso ottimismo: "Voglio aggiornare la premier sui negoziati Russia-Ucraina e su alcuni accadimenti. Anche nelle ultime 24 ore credo ci siano state alcune cose interessanti di cui riferire, chiaramente in privato. Non voglio dire nulla, ma siamo ottimisti sul fatto che questa guerra possa essere fatta finire", ha detto.
"Il colloquio ha offerto l'occasione per approfondire i temi commerciali e i principali dossier dell'attualità politica internazionale, a partire dagli sforzi per una pace giusta e duratura in Ucraina", si legge in una nota di Palazzo Chigi sull'incontro fra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il vicepresidente degli Stati Uniti, che è stato seguito poi da un pranzo di lavoro a cui hanno preso parte i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini.
"Il colloquio – si legge nella stessa nota – ha consentito di sottolineare le eccellenti relazioni che legano, anche a livello culturale, Italia e Stati Uniti e, allo stesso tempo, la comune determinazione a rafforzare la cooperazione nei settori della sicurezza, della crescita economica e dello sviluppo tecnologico, così come tracciato nella dichiarazione congiunta adottata in occasione del recente incontro a Washington del Presidente Meloni con il Presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump". Sostanzialmente, quindi, sono stati ribaditi i punti fermi che erano stati fissati nella dichiarazione congiunta che Meloni e Trump hanno diffuso dopo il bilaterale alla Casa Bianca.
Cosa c'è nella dichiarazione congiunta sottoscritta da Meloni e Trump dopo l'incontro
Dopo il colloquio con Vance, sono stati messi in evidenza gli impegni che l'Italia ha sottoscritto con l'amministrazione americana: c'è la promessa di maggiori sforzi per "rafforzare la cooperazione", con investimenti per 10 miliardi di euro; più importazioni di gas naturale liquefatto dagli Usa, ma anche gli impegni condivisi a non discriminare fiscalmente le Big Tech, a rafforzare la cooperazione sulla Difesa, a proteggere infrastrutture e tecnologie critiche e sensibili utilizzando solo fornitori affidabili, a sviluppare il corridoio economico India-Medio Oriente-Europa, a cooperare in materia spaziale con due missioni su Marte nel 2026 e 2028; inoltre l'Italia contribuirà alla rinascita della cantieristica navale americana e gli Usa valuteranno opportunità di investimento offerte dalle Zes.
"Gli Stati Uniti e l'Italia convengono di collaborare per garantire che il commercio tra Stati Uniti ed Europa sia reciprocamente vantaggioso, equo e reciproco", si legge nella dichiarazione congiunta Usa-Italia dopo l'incontro del 17 aprile tra Donald Trump e Giorgia Meloni.
"Sottolineiamo – si legge ancora – l'importanza delle tecnologie dell'informazione per favorire la libera impresa oltre Atlantico. Abbiamo concordato sulla necessità di un ambiente non discriminatorio in termini di tassazione dei servizi digitali per favorire gli investimenti da parte di aziende tecnologiche all'avanguardia. Accogliamo con favore gli investimenti americani nell'intelligenza artificiale e nei servizi cloud in Italia per massimizzare le opportunità della trasformazione digitale e sostenere l'Italia come principale hub regionale di dati per il Mediterraneo e il Nord Africa".
"Sviluppare una forza lavoro in grado di soddisfare le esigenze delle nostre economie è fondamentale. Gli Stati Uniti e l'Italia – prosegue la dichiarazione – sono partner orgogliosi di impegnarsi in iniziative industriali che andranno a beneficio dell'occupazione in entrambi i Paesi, svolgendo un ruolo fondamentale per le rispettive catene di approvvigionamento e rafforzando le nostre basi industriali. L'Italia contribuirà alla rinascita marittima del settore cantieristico statunitense, mentre gli Stati Uniti valuteranno le opportunità di investimento offerte dal contesto imprenditoriale italiano sempre più positivo, anche – aggiunge la nota – attraverso gli incentivi concessi dalla nuova Zona Economica Speciale Unica (ZES) istituita in Italia".
"Gli Stati Uniti e l'Italia collaborano per rafforzare la sicurezza energetica incoraggiando ulteriormente la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico dell'Italia e incrementando le esportazioni di gas naturale liquefatto verso l'Italia in modo reciprocamente vantaggioso", recita ancora nel testo.
"Gli Stati Uniti e l'Italia lavoreranno insieme per sviluppare il Corridoio economico India-Medio Oriente-Europa, uno dei più grandi progetti di integrazione economica e di connettività di questo secolo, che collegherà i partner attraverso porti, ferrovie e cavi sottomarini e stimolerà lo sviluppo economico e l'integrazione dall'India al Golfo, a Israele, all'Italia e agli Stati Uniti". Ed è proprio questo riferimento al Corridoio economico India-Medio Oriente-Europa, che svela il piano di Trump per isolare la Cina. Anche se non c'è scritto esplicitamente, Meloni ha impegnato l'Italia a non cercare un asse con Pechino.
"Seguendo l'esempio del successo degli accordi di Abramo del presidente Trump – prosegue la dichiarazione –, gli Stati Uniti e l'Italia coopereranno su progetti infrastrutturali cruciali e prenderanno in considerazione la possibilità di sfruttare il potenziale del Piano Mattei".
Quando si terrà la visita di Trump a Roma
Per Meloni si tratta di una ‘missione compiuta', perché, almeno a livello di immagine e comunicazione, è riuscita a presentarsi ai leader internazionali nella veste di ‘pontiere', per stabilire un contatto con l'amministrazione americana, con l'obiettivo di fissare l'incontro con Trump a Roma a maggio, prima del del summit della Nato previsto a l'Aja dal 24 al 26 giugno. Sui dazi comunque la trattativa è ancora aperta, lontana da una soluzione, ma il bilaterale del 17 aprile, – così come il colloquio con Vance – è servito a impostare i termini di un negoziato, che Trump vede strettamente intrecciato con la questione dell'aumento delle spese per la difesa, che l'Italia ha assicurato che porterà al 2% del Pil. Anche se Trump ha detto che dopo il colloquio con Meloni non ha cambiato idea sui dazi, ha assicurato che una soluzione potrà essere raggiunta, non solo con l'Unione europea, ma anche con la Cina, contro la quale sono state imposte le tariffe commerciali più alte.
A Roma non dovrebbe essere invitata solo la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, ma il meeting dovrebbe essere allargato anche agli altri leader degli Stati Ue, dalla Francia alla Spagna, secondo quanto ha spiegato ieri Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Ancora una volta i dazi e la guerra in Ucraina saranno i principali temi sul tavolo, con lo scopo, ha evidenziato Fazzolari, di "evitare la frattura dell'Occidente".