Tre Regioni italiane sono in fondo alla classifica Ue dell’occupazione: peggio solo la Guyana francese

Tre Regioni italiane sono agli ultimi posti in Ue per occupazione. Negli ultimi anni, il governo Meloni non ha mai mancato di rivendicare gli aumenti dei posti di lavoro, ed è vero che oggi c'è circa un milione di occupati in più rispetto a quando l'esecutivo è entrato in carica. Ma gli esperti hanno sempre ricordato che è difficile dare il merito dell'aumento al governo soprattutto per due motivi: perché il boom dell'occupazione è partito subito dopo la pandemia, e perché un dato simile si è registrato in tutta Europa.
Lo dimostra un dato aggiornato da Eurostat, che riguarda l'occupazione nell'Ue nel 2024, e riguarda non solo i Paesi, ma anche le singole Regioni. In fondo alla classifica ce ne sono tre italiane negli ultimi quattro posti: Calabria, Campania e Sicilia. L'ultimo posto invece è occupato dalla Guyana francese.
Quali sono le Regioni italiane con l'occupazione più alta e più bassa: la classifica
L'occupazione l'anno scorso in Italia era al 62,2%, in Italia. Già di per sé il dato più basso di tutta l'Unione europea, nonostante l'aumento importante dal 59% del 2019. Ma dietro questo dato medio ci sono numerose differenze territoriali. Nella Provincia autonoma di Bolzano ad esempio si arriva al 74,2%, in Valle d'Aosta al 72,1%, a Trento al 71,2% e in Toscana al 70,9%, i numeri più alti della penisola, tutti al di sopra della media europea del 70,8%.
Subito sotto quella soglia si trovano l'Emilia-Romagna con il 70,3%, il Veneto con il 70,2% e poi il Friuli-Venezia Giulia con il 69,4%, mentre la Lombardia è al 69%. Ma tra i territori con l'occupazione più alta e quelli con i risultati peggiori ci sono quasi trenta punti percentuali di differenza.
Nel 2024, infatti, la Regione con il risultato peggiore in assoluto è stata la Calabria: occupazione al 44,8%. Poco meglio la Campania, al 45,4%, e la Sicilia al 46,8%. Tra queste tre e il resto del Paese c'è un certo distacco, considerando che subito al di sopra c'è la Puglia con il 51% e poi la Basilicata con il 56%.
Non è stupefacente, quindi, che le Regioni con il tasso più occupazione più basso nel Paese con il livello più basso di tutta l'Ue siano in fondo alla classifica europea. Ma è significativo che, nonostante i proclami del governo Meloni, la situazione non sia cambiata negli ultimi dieci anni. Nel 2015, la ‘classifica' italiana era sostanzialmente identica, anche se con percentuali più ridotte. E lo stesso vale per il confronto con l'Europa.
Il confronto con il resto d'Europa
Guardando ai dati di Eurostat, tra i territori che fanno parte dell'Unione europea, solo la Guyana francese (che a livello geografico si trova in Sudamerica) ha un risultato peggiore, con l'occupazione al 42,4%. Anche altri territori che si trovano nella parte bassissima della classifica non si trovano nel continente europeo: i territori spagnoli di Melilla e Ceuta (in Nord Africa), la francese La Réunion (vicino al Madagascar). Per trovare un'area che si trova fisicamente in Europa bisogna risalire fino alla Tessaglia, in Grecia, dove l'occupazione è al 58,4%: non poi molto più bassa della media italiana, e superiore a diverse delle nostre Regioni.
Il dato peggiora guardando all'occupazione femminile. Con il 32,2%, la Campania è all'ultimo posto, seguita da Calabria e Sicilia. La media europea è al 66% circa, quella italiana al 53,3%.
Sia per le donne che in generale, l'occupazione negli ultimi anni in Italia è cresciuta leggermente più in fretta che nel resto d'Europa, in media, ma la distanza resta. Basta pensare che già nel 2015, se si escludono i territori d'Oltremare, Calabria, Campania e Sicilia erano agli ultimi posti in Europa. Insomma, l'esultanza del governo per l'occupazione è giusta in parte, ma il distacco con il resto dell'Ue è ancora enorme, soprattutto per il Sud.