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Folgorato mentre pota un albero, si sveglia dal coma e scopre che lo ha salvato suo papà: la storia di Mattia

Mattia Marchesini, operaio 21enne di Pieve di Cento (Bologna), il 20 marzo scorso è rimasto folgorato mentre stava potando i rami di alcune pianti nelle campagne di Castello d’Argile. Subito soccorso, è stato portato in ospedale. Si è svegliato dopo due giorni di coma e ha scoperto che a salvargli la vita era stato il suo papà, Sergio: “Pensavo davvero di averlo perso per sempre”.
A cura di Eleonora Panseri
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A sinistra, Mattia Marchesini, 21 anni.
A sinistra, Mattia Marchesini, 21 anni.

Mattia Marchesini, operaio 21enne di Pieve di Cento (Bologna), il 20 marzo scorso è rimasto folgorato mentre stava potando i rami di alcune pianti nelle campagne di Castello d'Argile.

Il giovane era stato subito trasportato in elicottero, in gravissime condizioni, al centro grandi ustionati dell'Ospedale Bufalini di Cesena. Poi trasferito a Bologna, dove il giovane è rimasto in coma per quasi due giorni.

Al suo risveglio ha scoperto che a salvargli la vita era stato il suo papà, Sergio. "Lui si trovava sulla piattaforma e a un certo punto ha tagliato un ramo che, urtando dei fili elettrici poco distanti, gli ha passato la scarica", ha raccontato il padre al Corriere di Bologna.

"Era steso con la testa fuori dal cestello, sembrava mi guardasse. Non dimenticherò mai quella scena, ero convinto fosse già morto", ha aggiunto. In quel momento Sergio è intervenuto immediatamente e ha cominciato a praticargli il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca.

Al termine del primo ciclo, ha chiamato il 118: "Ricordo che lo staff del pronto soccorso mi diceva di alternarmi con altre persone, ma non potevo mollare mio figlio e ho tenuto botta fino all’arrivo dell’ambulanza".

Appena giunti sul posto, gli operatori sanitari hanno usato il defibrillatore e il cuore del 21enne ha ricominciato a battere. "I dottori mi hanno detto che mio figlio era vivo grazie a me. – ha ricordato ancora Sergio – Pensavo davvero di averlo perso per sempre, ero contento".

Il figlio è stato dimesso il 26 marzo, con 30 giorni di prognosi. "Vogliamo ringraziare – hanno detto entrambi – tutte la comunità di Pieve e il sindaco Luca Borsari per la grande vicinanza in quei giorni difficili".

Mattia ricomincerà presto ad allenarsi con i compagni del Rugby Pieve 1971 che lo stanno aspettando per tornare insieme in campo.

"Ho ringraziato tanto mio papà e credo che presto seguirò anche io un corso di primo soccorso", dice il giovane. "Quando l’ho fatto io pensavo che non mi sarebbe mai servito. – aggiunge il papà – Invece ho salvato la vita a mio figlio".

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