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Francia sotto shock, 17enne si suicida dopo il rilascio del suo stupratore: “Quest’uomo mi ha distrutto”

Yanis, 17 anni, si è suicidato in Alta Savoia dopo la scarcerazione del suo aggressore sessuale, che viveva a pochi chilometri da casa. I genitori denunciano la mancanza di protezione e informazione da parte della giustizia. Il caso scuote la Francia.
A cura di Biagio Chiariello
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Una tragedia sconvolgente scuote la Francia, e in particolare la cittadina di Thyez, nell’Alta Savoia. Yanis, un ragazzo di appena 17 anni, si è suicidato dopo aver appreso che l'uomo che lo aveva violentato è stato scarcerato, stabilendosi ad appena tre chilometri da casa sua, nel comune di Marignier. Una notizia che ha lasciato sgomenta l’opinione pubblica e ha acceso i riflettori su gravi falle del sistema giudiziario.

L'incubo di Yanis: violentato a 12 anni

Tutto ha avuto inizio nell’agosto del 2019, quando Yanis aveva appena 12 anni. Il suo aguzzino era un ex vicino di casa della famiglia, all’epoca 52enne, con alle spalle già due condanne per abusi sessuali su minori (nel 2007 e nel 2014). Soltanto nel settembre 2022 il ragazzino ha trovato il coraggio di raccontare la verità all’associazione “Karl”, specializzata nel supporto a minori vittime di violenza sessuale.

Nell’ottobre 2023 il tribunale di Bonneville ha condannato l’uomo a cinque anni di carcere per recidiva. Tuttavia, il 3 febbraio 2025, dopo appena due anni e quattro mesi di detenzione, il pedofilo è stato rilasciato con l’obbligo del braccialetto elettronico e il monitoraggio psicologico.

Una decisione che si è rivelata fatale.

Il silenzio e il dolore: “Quest’uomo mi ha spezzato, distrutto, sporcato"

A parlare per primo è stato il padre della giovane vittima, Farid, che ha raccontato a Le Parisien il momento in cui ha dovuto rivelare al figlio che il suo aggressore era tornato in libertà: “Ho deciso di parlargliene subito. Non volevo che lo incontrasse per strada per caso”.

Il peso della notizia è stato purtroppo insostenibile.

Poco dopo, Yanis ha affidato ai social un messaggio drammatico: “Quest’uomo mi ha spezzato, distrutto, sporcato. Sapere che è a soli 3 km da casa mia mi disgusta. Vorrei urlare, piangere”. Qualche giorno più tardi, è stato trovato moribondo nella sua abitazione, dopo aver assunto un mix di farmaci. È deceduto all’ospedale di Annecy. Prima di andarsene, ha lasciato una lettera ai genitori: la liberazione del suo aggressore è stata, scrive, la causa della sua scelta estrema.

Rabbia e domande in Francia

Secondo l’ufficio del procuratore di Bonneville, la famiglia sarebbe stata avvisata tramite una lettera del rilascio dell’aggressore. Ma i genitori di Yanis smentiscono categoricamente: “Non abbiamo mai ricevuto nulla. E lasciare un recidivo a tre chilometri da casa nostra è inaccettabile. Stiamo lottando contro questa ingiustizia. Non ci fermeremo”.

“Quello che è accaduto è, senza ombra di dubbio, legato alla liberazione del suo aggressore. Lo ha scritto chiaramente, nero su bianco, nella lettera d’addio che ci ha lasciato,” ha dichiarato Delphine, la madre di Yanis, ai microfoni di RTL. “Siamo colmi di rabbia. Yanis viveva costantemente con la paura di incontrarlo di nuovo. Sapeva che quell’uomo abitava a Marignier, proprio dove lui stesso prendeva spesso il treno. Avrebbero potuto incrociarsi ovunque, in qualsiasi momento. Non dovevano rilasciarlo così vicino. Dovevano mandarlo in un altro dipartimento, lontano, e dargli un’altra vita. Non qui. Non accanto a noi.”

Anche il padre di Yanis, Farid, non nasconde la sua rabbia: “Odio questo sistema che abbandona i bambini invece di proteggerli. I minori vittime di violenza sessuale dovrebbero essere tutelati con ogni mezzo, non lasciati soli a convivere con la paura. È inaccettabile, non posso tollerarlo.”

La vicenda ha scosso le istituzioni. Il Ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha fatto sapere, tramite Actu17, che incontrerà personalmente i familiari del ragazzo.

Intanto, la Francia si interroga su come sia stato possibile che un giovane già segnato da una ferita così profonda sia stato abbandonato proprio quando avrebbe avuto più bisogno di protezione.

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