video suggerito
video suggerito
Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

È stata un’esecuzione, spari alla testa e alla schiena: cosa dice l’autopsia sui soccorritori uccisi a Gaza

Secondo l’autopsia, 11 delle vittime uccise da Israele a Rafah lo scorso 23 marzo presentavano colpi alla testa, al torace o alla schiena. La maggior parte degli uomini è stata raggiunta da più proiettili. Altri tre mostravano segni di traumi compatibili con schegge o esplosioni, mentre alcuni corpi risultavano anche mutilati o gravemente danneggiati. Uno dei cadaveri, si legge nel rapporto, era completamente reciso dal bacino in giù.
A cura di Davide Falcioni
91 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

È stata un'esecuzione. I 15 soccorritori della Mezzaluna Rossa Palestinese, delle Nazioni Unite e della Protezione Civile uccisi da Israele a Rafah lo scorso 23 marzo sono stati brutalmente assassinati da membri delle IDF. È quanto rivelano le autopsie sui corpi eseguite nei giorni scorsi e i cui risultati sono stati visionati dal New Your Times.

Secondo i rapporti, 11 delle vittime presentavano ferite da arma da fuoco, in particolare colpi diretti alla testa, al torace o alla schiena. La maggior parte degli uomini è stata raggiunta da più proiettili. Altri tre mostravano segni di traumi compatibili con schegge o esplosioni, mentre alcuni corpi risultavano anche mutilati o gravemente danneggiati. Uno dei cadaveri, si legge, era completamente reciso dal bacino in giù.

I cadaveri, secondo quanto riportato dai medici forensi, erano in stato di decomposizione parziale o avanzata al momento delle autopsie, effettuate tra il 1° e il 5 aprile. Le analisi sono state condotte dal dottor Ahmad Dhair, capo dell’unità di medicina legale del ministero della Sanità di Gaza, con il supporto del dottor Arne Stray-Pedersen, patologo norvegese dell’ospedale universitario di Oslo.

Il dottor Stray-Pedersen ha dichiarato di essere ancora al lavoro sull’analisi dei dati, ma ha già confermato che tutte le vittime indossavano divise della Mezzaluna Rossa o della Protezione Civile e che molte di esse sono state uccise con modalità che potrebbero suggerire esecuzioni a distanza ravvicinata. Secondo una portavoce della Mezzaluna Rossa, uno dei paramedici è stato trovato con mani e piedi legati. Questa informazione, però, non risulta confermata nei rapporti autoptici, che non menzionano segni evidenti di costrizione.

Dopo l’attacco, i soldati israeliani hanno seppellito i corpi in una fossa comune e distrutto i veicoli di emergenza, inclusi un’ambulanza, un camion dei pompieri e un mezzo delle Nazioni Unite. Le immagini satellitari e video girati sul posto confermerebbero la distruzione sistematica dei mezzi di soccorso in un grave tentativo di occultare le prove della strage.

Immagine

L’attacco, documentato da video e registrazioni audio, ha preso di mira ambulanze e un camion dei Vigili del Fuoco, tutti mezzi chiaramente contrassegnati e con luci lampeggianti attivate. Alcuni dei soccorritori erano fuori dai veicoli e perfettamente visibili nelle uniformi dotate di bande riflettenti. Testimonianze, riprese e autopsie smentiscono dunque inconfutabilmente la versione iniziale fornita dall’esercito israeliano, che aveva parlato di "movimenti sospetti" e veicoli privi di illuminazione.

Immagine

Le autorità di Tel Aviv hanno successivamente riconosciuto la responsabilità dell’attacco e ha affermato, senza fornire alcuna prova, che sei delle vittime erano operative di Hamas. Le autorità militari israeliane hanno però modificato più volte le loro dichiarazioni iniziali e al momento hanno dichiarato di voler attendere l’esito di un’indagine interna prima di rilasciare ulteriori commenti.

L’episodio ha scatenato l’indignazione della comunità internazionale, con esperti e osservatori dei diritti umani che hanno parlato esplicitamente di violazione del diritto internazionale umanitario. Il rapporto finale delle autopsie, secondo quanto riferito dai medici coinvolti, verrà pubblicato nei prossimi giorni. Ma già ora, i dati raccolti gettano nuove ombre sull’operato dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza.

91 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views