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La Lega torna a parlare di castrazione chimica, il ministro Calderoli: “Parlamento discuta mio vecchio ddl”

Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali del governo Meloni, ha invitato il Parlamento ad approvare una legge sulla castrazione chimica. È una “mia storica proposta”, che è stata “presentata in ogni legislatura, ma mai calendarizzata”, ha detto.
A cura di Luca Pons
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La Lega, e in questo caso la Lega di governo, tira fuori ancora una volta la proposta sulla castrazione chimica. Il ministro delle Autonomie regionali Roberto Calderoli, esponente di peso del Carroccio, oggi ha invitato i Parlamentari a recuperare le sue vecchie iniziative sul tema: "È una proposta che ho presentato in ogni legislatura, ma mai calendarizzata o discussa". A spingere Calderoli all'intervento è stato il caso della bambina violentata a Mestre: "Purtroppo stiamo assistendo ad un aumento vertiginoso di casi di violenza sessuale su bambine", ha commentato il ministro.

"Sempre più piccole. Cinque giorni fa il caso dell’11enne aggredita a Mestre da uno stupratore seriale con all’attivo una lunga serie di episodi di violenza sessuale, eppure libero di colpire ancora. Oggi il caso della 14enne stuprata a Busto Arsizio da un 21enne di origini nordafricane (nel caso di Mestre invece si trattava di un italiano, ndr)". Secondo il ministro i due casi sono "la punta dell’iceberg", e "confermano la necessità di ripensare seriamente alla mia storica proposta di una ‘castrazione chimica’, una misura temporanea e con effetti reversibili, per questi soggetti patologici, seriali".

La proposta è effettivamente "storica", per Calderoli e per la Lega in generale, che la rilancia da anni. Solo un esempio: nel 2017, quando era senatore, l'attuale ministro annunciò la proposta di lanciare la castrazione chimica per le persone che commettevano uno stupro. Il termine più formale sarebbe quello di "trattamento farmacologico di blocco androgenico totale". Il partito di Calderoli in passato ha più volte sottolineato che in altri Paesi, come Stati Uniti e Germania, la pratica è utilizzata.

Meno di due anni fa era stato Matteo Salvini, anche lui ministro, ad annunciare il disegno di legge della Lega sulla castrazione chimica (obbligatoria per i casi di recidiva o di violenza su minori): "Se stupri una donna o un bambino hai evidentemente un problema: la condanna in carcere non basta, meriti di essere curato", aveva scritto il vicepremier. Poi il partito di Salvini aveva provato a inserire la norma come emendamento nel decreto Sicurezza, senza successo. A settembre dello scorso anno, il Parlamento ha approvato un ordine del giorno che chiedeva di discutere la proposta. Ma da allora il testo è rimasto fermo.

Oggi il ministro Calderoli ha sottolineato si tratta di una proposta che ha "presentato in ogni legislatura", e detto che "indignarsi non basta, servono risposte vere e servono subito". Il ministro ha comunque chiarito che questo non significa che il governo Meloni interverrà direttamente con un decreto. Si tratta, piuttosto, di un invito al Parlamento, che "si impegni a discutere e votare una proposta di legge per introdurre la castrazione chimica almeno per i recidivi".

Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera, ha espresso "orrore" per il caso della bambina di Mestre e ha chiesto informazioni sul "perché quest'uomo non fosse sottoposto ad un regime di stretta sorveglianza". Poi ha attaccato Calderoli: "Ritorna ritorna sul suo mantra della castrazione chimica, e il presidente Zaia di aumento delle pene, ricetta che la destra usa per tutti i mali. Triste che la tragedia sia occasione di speculazioni politiche".

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