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Il ministro Nordio incolpa ancora gli stranieri per i femminicidi: perché il suo discorso non regge

Il ministro della Giustizia Nordio è tornato a parlare di femminicidi e etnie, affermando che in proporzione gli uomini stranieri uccidono più donne degli italiani. Poi ha insistito che il problema è una differenza di “mentalità”. Ma le sue affermazioni a livello logico (e numerico) non reggono.
A cura di Luca Pons
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"I colpevoli di casi di femminicidio in Italia, in termini assoluti, sono prevalentemente italiani. In termini relativi no. Noi in Italia abbiamo 50 milioni di italiani e 500mila di stranieri (sono cinque milioni, ndr). Se andiamo a vedere i femminicidi, il numero commesso dagli italiani è sicuramente maggiore. Ma, tenuto conto del rapporto tra italiani e stranieri di dieci a uno, se si va a vedere i femminicidi commessi dagli stranieri allora la percentuale aumenta a scapito degli stranieri". Con questo ragionamento il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha cercato di giustificare l sue parole di alcuni giorni fa, con cui aveva affermato che ci sono "etnie che non hanno la nostra sensibilità verso le donne" e che questo è la causa dei femminicidi.

Nordio ha insistito, dicendo che bisogna "ammettere che al mondo ci sono delle culture dove la donna è considerata una cosa, ci sono delle culture dove c’è l'infibulazione, dove la donna adultera viene lapidata, frustata, dove i diritti delle donne sono addirittura eliminati". E se persone di queste culture arrivano in Italia hanno "una mentalità che non è la nostra ma che da loro è perfettamente legittima", dunque "non è per loro molto facile ambientarsi in questa nuova cultura". Al di là della scelta di sostituire la parola "etnia" con "cultura", che può suonare meno controversa, l'argomentazione del ministro non regge da molti punti.

Spostare il discorso dai femminicidi agli stranieri

Innanzitutto, il ministro aveva lanciato il suo discorso sulle etnie mentre affermava che il Codice penale e l'intervento dello Stato servono per fermare i femminicidi, ma solo "entro certi limiti". Perché, sosteneva, sono delitti che "si radicano nella assoluta mancanza di educazione civica e rispetto delle persone","soprattutto" per quanto riguarda "giovani o giovani adulti di etnie che magari non hanno la nostra sensibilità verso le donne".

Secondo Nordio il governo Meloni finora ha fatto "veramente l'impossibile" per contrastare i femminicidi. Quel che resta è una questione di educazione. Ma se l'unico ostacolo rimanente per fermare l'uccisione di donne è l'educazione, "soprattutto" di alcune "etnie", come mai la stragrande maggioranza dei femminicidi viene commessa da uomini italiani? Apparentemente il problema di "sensibilità verso le donne" riguarda anche loro, come tutti gli altri. Eppure Nordio sostiene il contrario. In sintesi: a uccidere più donne sono nettamente gli italiani; però secondo il ministro il governo non può fare altro sul tema; tutto ciò che rimane da fare è educare i giovani, "soprattutto" stranieri.

Cosa dicono davvero i numeri sui femminicidi

Per giustificare la sua affermazione sul piano dei numeri, Nordio ha sottolineato che gli stranieri residenti in Italia sono circa un decimo degli italiani, eppure la percentuale di femminicidi commessa è più alta. Come già detto, non si capisce in che modo questo abbia a che fare con il suo discorso originario, cioè che il governo abbia già fatto "l'impossibile" e i femminicidi siano soprattutto colpa dello scarso rispetto di alcune "etnie" o "culture". Ma esaminiamo i numeri di cui parla il ministro.

Per parlare di femminicidi bisogna guardare al Viminale, che però non comunica dati sulla nazionalità delle vittime e degli assassini, oppure all'Istat. In questo caso, i dati più aggiornati risalgono al 2023.

Per quell'anno si parla di "96 femminicidi presunti su 117 omicidi con una vittima donna". Il numero è di poco più basso degli anni precedenti, quando era leggermente al di sopra dei 100 femminicidi. In gran parte, le vittime hanno cittadinanza italiana. Guardando agli omicidi in generale, sono 101 italiane e 16 straniere. E l'Istat riporta che "il 94,3% delle donne italiane è vittima di italiani", mentre "il 43,8% delle donne straniere di propri connazionali".

Arrivare a numeri esatti non è possibile, con queste informazioni, perché le donne straniere che non vengono uccise dai propri connazionali potrebbero essere vittime di italiani, oppure di uomini di altra nazionalità. Tuttavia, lavorando sulle tabelle dell'Istituto, si può fare una stima approssimativa: che le donne uccise da uomini stranieri siano tra poco più del 10% e poco meno del 20% del totale.

Una percentuale che sembra dare ragione, marginalmente, al ministro. Ma ancora una volta torna la domanda: in che modo questo ha a che fare con il problema dei femminicidi nel Paese, che vengono comunque commessi soprattutto da italiani? In che modo questa differenza di pochi punti percentuali mostra che il governo ha fatto "l'impossibile" e ora bisogna solo educare i giovani ("soprattutto" stranieri)?

L'Istat, peraltro, sottolinea anche che per le donne "le morti violente avvengono soprattutto nell’ambito della coppia". Per gli uomini, quasi la metà delle morti arriva per mano di sconosciuti. Per le donne questo accade solo nell'8% dei casi. Un dato che riguarda tutte le coppie, non solo quelle di "culture" poco rispettose.

Di quali "stranieri" parla il ministro Nordio?

Un dettaglio che finora abbiamo ignorato è che bisognerebbe capire a quali Paesi si riferisce il ministro quando parla di "stranieri". In Italia ci sono 5,4 milioni di stranieri residenti. Di chi parla Nordio quando dice che ci sono "culture" che non rispettano le donne: degli 1,1 milioni di abitanti romeni, dei 416mila di cittadinanza albanese? Sono i 412mila cittadini marocchini a far parte di una "etnia" che non ha "la nostra sensibilità" verso le donne, o i 308 mila cinesi? Il ministro ha messo insieme tutti i non italiani, tenendo dentro anche 73mila polacchi, 16mila statunitensi, 35mila tedeschi e così via – tutte persone che, si può solo presumere, secondo Nordio probabilmente non hanno una "mentalità" che porta al femminicidio.

Per dare sostanza al suo ragionamento, il ministro avrebbe dovuto indicare quali nazionalità secondo lui sono più portate culturalmente a uccidere le donne. Poi confrontare il numero di persone di quei Paesi che hanno commesso un femminicidio con la proporzione di residenti in Italia, e fare lo stesso con i delitti commessi da italiani. Un'operazione paradossale, che mostra bene come la logica alla base del ragionamento non regga in alcun modo.

In Italia, il numero di femminicidi è abbastanza alto da poter dire con certezza che il problema non è quel 10, 15 o anche 20% che viene commesso da cittadini stranieri. Il problema è più ampio e riguarda in pieno anche gli italiani, per quanto il ministro Nordio insista sul contrario.

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A Fanpage scrivo dal 2022, mi occupo della politica nazionale e ogni tanto di quella estera, con un'attenzione particolare per temi di economia e lavoro. Mi piace lavorare con l'audio, l'ho fatto per qualche mese in una piccola radio. Radicalmente piemontese (nel bene e nel male), ho iniziato a scrivere nel quotidiano locale del mio paese. Mi sono laureato in Scienze politiche, ho frequentato il master di giornalismo a Torino e sono diventato giornalista professionista nel 2023.
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