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Accademico USA rischia 15 anni di carcere in Thailandia: è accusato di aver insultato la famiglia reale

La Thailandia è nota per avere le leggi sulla lesa maestà più severe al mondo, che puniscono con pene fino a 15 anni di carcere chiunque critichi la monarchia.
A cura di Davide Falcioni
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Lesa maestà: è a causa di questa accusa che un accademico statunitense rischia anni di carcere in Thailandia. Paul Chambers, professore di politica e studi militari presso l’Università di Naresuan, è accusato di aver pubblicato un breve articolo sul sito dell’Istituto di Studi del Sud-Est Asiatico di Singapore (ISEAS), relativo a un webinar sui cambiamenti nelle strutture militari thailandesi. Tanto è bastato per farlo finire in grossi guai.

La Thailandia è nota per avere le leggi sulla lesa maestà più severe al mondo, che puniscono con pene fino a 15 anni di carcere chiunque critichi la monarchia. In un contesto in cui la libertà di espressione è da tempo sotto attacco, il caso di Chambers ha attirato l’attenzione internazionale, proprio per il suo profilo accademico e per l'importanza delle sue analisi sui rapporti tra il governo civile e l'esercito thailandese.

Chambers, che ha sempre negato le accuse, sostiene di non essere stato coinvolto nella pubblicazione del contenuto incriminato. L'avvocato difensore ha dichiarato che l'accusato non ha scritto né pubblicato il pezzo sul sito web. Nonostante la sua versione dei fatti, Chambers è stato arrestato dopo una denuncia presentata da un comando militare regionale e ora si trova in custodia, con la richiesta di cauzione respinta.

Le leggi thailandesi sulla lesa maestà sono estremamente severe, e sono spesso utilizzate per reprimere dissenso politico. Negli ultimi anni, centinaia di persone, tra cui molti attivisti e studenti, sono state perseguite per aver espresso critiche contro la monarchia o il governo. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha espresso preoccupazione per l'arresto di Chambers, fornendo assistenza consolare, mentre gli attivisti per i diritti umani parlano di una "minaccia grave" alla libertà accademica nel Paese. Secondo Human Rights Watch, l'incriminazione di Chambers si inserisce in un contesto più ampio di crescente repressione contro la libertà di espressione in Thailandia, iniziato con le proteste giovanili del 2020 e proseguito con numerosi procedimenti legali contro chi critica il regime.

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