I riti voodoo e i timori di Dassilva su Paganelli: le 1000 domande a Manuela Bianchi in incidente probatorio

Dopo 3 giorni di incidente probatorio e circa 1000 domande rivolte a Manuela Bianchi, iniziano ad emergere i primi dettagli su quanto riferito dalla nuora di Pierina Paganelli in merito all'omicidio della 78enne avvenuto nell'ottobre del 2023. La donna ha ripercorso il giorno del ritrovamento del corpo senza vita dell'anziana, avvenuto il 4 ottobre nel garage dello stabilimento di via del Ciclamino a Rimini.
In una prima versione dei fatti, Bianchi aveva dichiarato di aver trovato per prima il cadavere e di aver allertato in autonomia alcuni vicini e i soccorsi. Tra i vicini chiamati, vi sarebbe stato anche Louis Dassilva, il suo ex amante 34enne oggi accusato del delitto.
Solo nelle scorse settimane la donna ha ritrattato la sua storia, dichiarando invece di aver incontrato Dassilva in garage e di aver saputo proprio da lui della presenza del cadavere. L'uomo, a suo dire, le avrebbe dato istruzioni su come comportarsi e chi allertare. Dal suo canto, Dassilva respinge questa ricostruzione, affermando di essere sceso in garage solo dopo essere stato chiamato da Bianchi. Gli inquirenti hanno quindi deciso di cristallizzare le dichiarazioni della nuora di Paganelli in un incidente probatorio che di fatto è durato tre giorni.
Bianchi, ora indagata per favoreggiamento, ha risposto alle domande dei legali di Dassilva, del gip e a quelle rivolte dai familiari di Paganelli. Dall'incidente probatorio sono emersi diversi dettagli: i riti voodoo chiesti dal 34enne ad alcuni connazionali in Senegal contro sei poliziotti e il pm, il fatto che il 34enne avesse saputo poche ore prima che Paganelli sarebbe tornata sola a casa quella sera e non in compagnia della nipote e in ultimo, i timori manifestati dall'uomo nei confronti della 78enne all'amante.
I timori sarebbero compatibili, in sintesi, con il movente ipotizzato dalla Procura per il delitto. Secondo quanto ricostruito, Dassilva avrebbe temuto che Pierina Paganelli incaricasse un investigatore privato per scandagliare la vita privata della nuora dopo il ricovero del marito, Giuliano Saponi, rimasto ferito in un incidente d'auto il 7 maggio 2023.
Dassilva temeva che Paganelli potesse affidarsi a un investigatore per trovare l'amante che la nuora frequentava. Secondo quanto riferito da Bianchi, l'uomo sapeva anche che la 78enne si era rivolta a un investigatore in occasione del suo divorzio dal marito.
Durante l'incidente probatorio, Bianchi ha inoltre ribadito di aver visto Dassilva qualche minuto prima del ritrovamento del cadavere il 4 ottobre 2023 e la circostanza sarebbe stata confermata dall'audio di una telecamera vicina alla scena del crimine. Il 34enne ha smentito questa versione dei fatti, ma la donna ha confermato le sue dichiarazioni anche quando è stato tolto il parapetto posto tra lei e l'ex amante.
Dassilva ha negato il consenso a un confronto diretto con l'amante come inizialmente proposto dal gip. L'uomo ha quindi assistito all'incidente probatorio nell'aula di Tribunale in cui era seduta Manuela Bianchi e per tutta la durata dell'interrogatorio non ha potuto guardare la donna negli occhi. Il parapetto è stato tolto soltanto alla fine delle domande poste da inquirenti e difese.
Gli avvocati di Dassilva si sono dichiarati soddisfatti dall'esito dell'incidente probatorio. Il giudice ha concesso termine alle parti per produrre e depositare una memoria conclusiva. "Anticipare ora, anche parzialmente, il contenuto delle argomentazioni che verranno svolte nelle osservazioni potrebbe pregiudicare la difesa" hanno spiegato.