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Sud Sudan, l’Onu avverte: situazione “disastrosa” rischia di far tornare la guerra civile

Il non rispetto degli accordi di pace del 2018 in Sud Sudan rischia di scatenare un ritorno “disastroso” alla guerra, mettendo a repentaglio milioni di vite. Questo avvertimento giunge dalla Commissione delle Nazioni Unite, incaricata di monitorare le violazioni dei diritti umani nel Paese africano.
A cura di Biagio Chiariello
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Sudan, Veicoli militari distrutti nel sud di Khartoum
Sudan, Veicoli militari distrutti nel sud di Khartoum

In Sud Sudan, il mancato rispetto degli accordi di pace del 2018 potrebbe innescare un ritorno "catastrofico" alla guerra civile, mettendo in grave pericolo la vita di milioni di persone e minacciando la già fragile stabilità del Paese. Il monito giunge dalla Commissione delle Nazioni Unite incaricata di documentare le violazioni dei diritti umani nel territorio, che ha espresso profonda preoccupazione per l'evolversi della crisi politica e per il deterioramento delle condizioni di sicurezza.

Le tensioni si sono acuite dopo che l'opposizione ha dichiarato "abrogato" l'accordo di pace, un atto considerato estremamente rischioso per il futuro del Paese. Questo annuncio è giunto in seguito all'arresto del primo vicepresidente Riek Machar, figura chiave nel processo di riconciliazione e storico rivale del presidente Salva Kiir. La detenzione di Machar rappresenta un evento destabilizzante che ha spinto le sue forze fedeli a rigettare l'intesa siglata sette anni fa, considerata da molti come l'elemento centrale per garantire la fragile pace sud-sudanese.

L'escalation della crisi politica ha rapidamente avuto ripercussioni sul piano della sicurezza interna. Nelle ultime ore, si sono registrati nuovi scontri tra le fazioni rivali, con violenze che non risparmiano nemmeno i civili. Le testimonianze raccolte da osservatori internazionali riportano attacchi indiscriminati, saccheggi e un aumento delle violazioni dei diritti umani, aggravando una situazione umanitaria già estremamente precaria.

Secondo la Commissione ONU per i diritti umani nel Sud Sudan, l'arresto di Machar, unito ai conflitti armati sempre più diffusi e agli attacchi contro la popolazione, rappresenta un chiaro segnale di un grave sgretolamento del processo di pace. "Se non si interviene con urgenza, il Paese rischia di precipitare nuovamente in una guerra devastante, con conseguenze disastrose per milioni di persone", ha dichiarato la Commissione, esortando la comunità internazionale ad agire tempestivamente per scongiurare il peggio.

Gli esperti ONU hanno segnalato un'escalation della violenza nel corso di marzo, con un'intensificazione degli scontri in diverse aree del Paese e un progressivo avvicinamento dei combattimenti alla capitale, Juba.

"Il mancato rispetto delle protezioni sancite nell'accordo di pace, tra cui la libertà di movimento, la partecipazione politica e la cessazione delle ostilità, porterà a un ritorno catastrofico alla guerra", avvertono gli esperti, secondo cui "rispettare l'accordo e proteggere i civili sono essenziali per prevenire una guerra totale".

Inoltre, sono aumentate le segnalazioni di membri dell'opposizione detenuti senza un processo equo, in chiara violazione delle disposizioni dell'accordo di pace riguardo l'inclusione politica e lo stato di diritto. "L'attacco deliberato contro i leader dell'opposizione e i civili dimostra una pericolosa indifferenza verso il diritto internazionale e il futuro del Paese", ha dichiarato Yasmin Sooka, presidente della Commissione delle Nazioni Unite.

L’inasprirsi della crisi pone serie domande sul futuro della nazione africana, già duramente provata da anni di conflitti e instabilità politica. Senza un impegno concreto per ripristinare il dialogo tra le parti e far rispettare gli accordi di pace, il Sud Sudan potrebbe essere sull'orlo di una nuova e sanguinosa guerra civile, con ripercussioni non solo per il Paese, ma per l’intera regione dell’Africa orientale.

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