L’attivista libico El Gomati, tra gli spiati di Paragon, denuncia il rapimento del fratello: “Una ritorsione”

L'attivista libico Husam El Gomati, una delle persone spiate dal software Graphite dell'azienda israeliana Paragon Solutions, lo stesso che ha messo sotto controllo il cellulare del direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato, ha denunciato che suo fratello è stato rapito.
"Mio fratello Mohamed è stato rapito da uomini non identificati che hanno fatto irruzione nella sua casa di Tajoura lunedì e lo hanno portato via. Non posso non pensare che sia una ritorsione per la mia attività politica", ha detto a la Repubblica, che ha raccolto la sua testimonianza.
Husam El Gomati, vive in Svezia da tempo, e non può tornare nel suo paese per le sue denunce. Ha rivelato la presenza in Italia di Al Kikli, torturatore libico, accusato di crimini contro l’umanità. Da tempo Gomati conduce inchieste sulla corruzione e il malaffare in Libia. L'uomo fa parte dei 90 spiati da Paragon in una ventina di Paesi, tra cui l'Italia, che ne conta 7. Oltre all'attivista di Mediterranea Saving Humans Luca Casarini, e al direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato, c'è anche Beppe Caccia, armatore della nave Mediterranea Saving Humans.
Secondo l'attivista, non è possibile che il fratello fosse il vero obiettivo dell'agguato: "È inevitabile pensare che sia una ritorsione. Mohamed è un ingegnere petrolifero, per altro da più di un anno è a casa perché sta male. È una persona pacifica, non ha nulla a che fare con la politica. Con lui, come con tutta la mia famiglia non ho contatti da anni, proprio per evitare di coinvolgerli nella mia battaglia", ha detto Gomati a Repubblica.
"Non risulta essere detenuto o in fermo da nessuna parte, quindi è chiaramente un rapimento. Non sappiamo se è vivo o morto. Deve prendere le sue medicine, dobbiamo trovarlo", ha detto, secondo quanto riporta il quotidiano. "Poche persone a Tripoli hanno il potere di fare una cosa del genere".
Sul caso sarebbe stata anche aperta un'indagine, ma l'attivista libico non crede possa portare concretamente a qualcosa, dal momento che tutto farebbe pensare a una ritorsione.
Per il momento Husam El Gomati non lancia accuse precise: "Ci sono poche persone a Tripoli che hanno il potere di fare una cosa del genere senza subire conseguenze. Non è successo solo a mio fratello, ma a molte persone, che per paura preferiscono tacere. Io invece", ha detto a la Repubblica "non ho intenzione di stare zitto".
Agli uomini che hanno rapito suo fratello, e che presumibilmente lo tengono nascosto da qualche parte, ha rivolto questo messaggio: “Evidentemente non mi conoscono. Chi pensa di intimidirmi o indebolirmi in questo modo, non ha capito nulla. Aumenta solo la mia determinazione".