Il governo cambia le regole dell’Irpef per risolvere l’errore sugli acconti 2025: le novità

Alla fine, dopo giorni di contestazioni, il governo Meloni torna sui suoi passi e corregge l'errore fatto sugli acconti Irpef 2025. Una norma del 2023, mai cambiata dall'esecutivo, prevedeva che per quest'anno una parte dei contribuenti avrebbe dovuto pagare un acconto più alto, o ricevere un credito più basso. Il motivo è che, nel calcolo dell'acconto, si sarebbe applicata la ‘vecchia' divisione in quattro aliquote Irpef, e non quella nuova in tre. Ma ora il ministero dell'Economia ha annunciato con un comunicato che interverrà per sistemare la situazione.
Il ministero guidato da Giancarlo Giorgetti prima ha chiarito che il problema è nato perché inizialmente l'Irpef era stata cambiata solo in via temporanea, abbassando il numero di aliquote da quattro a tre solo per un anno. Poi però, con l'ultima legge di bilancio, la riforma è diventata strutturale. Ma nessuno ha cambiato la regola per cui, nel 2025, bisognava tornare a usare il vecchio sistema per calcolare gli acconti.
"In considerazione dei dubbi interpretativi posti", e per "salvaguardare tutti i contribuenti interessati", il governo "interverrà anche in via normativa" in modo che si applichino "le nuove aliquote del 2025 per la determinazione dell’acconto". E l'intervento "sarà realizzato in tempo utile per evitare ai contribuenti aggravi in termini di dichiarazione e di versamento", quindi a breve.
È di fatto una retromarcia, dato che inizialmente lo stesso ministero aveva risposto sminuendo il problema e dicendo che a pagare di più sarebbe stata solamente una piccola parte di contribuenti, quella che aveva redditi ulteriori rispetto a quelli da dipendente, e che comunque la somma in più sarebbe stata restituita il prossimo anno. Alla fine, invece, l'esecutivo ha deciso di evitare problemi e intervenire direttamente cambiando le regole.
A sollevare per prima la questione era stata la Cgil, che aveva denunciato la "clamorosa ingiustizia" per cui molti contribuenti sarebbero stati chiamati a pagare più tasse. Il sindacato aveva chiesto al governo di "rimediare immediatamente". Secondo le stime del suo Caf, i lavoratori e i pensionati coinvolti avrebbero potuto ritrovarsi a ricevere anche decine o centinaia di euro in meno in rimborsi Irpef.
Il danno sarebbe stato recuperato solo tra un anno, con la dichiarazione dei redditi da presentare nel 2026. Concretamente, quindi, lo Stato avrebbe avuto un piccolo ‘prestito' prelevato ai contribuenti, facendogli pagare tasse più alte del dovuto. Già nelle scorse ore Alberto Gusmeroli, responsabile Fisco della Lega e presidente della commissione Attività produttive alla Camera, aveva fatto sapere che il governo sarebbe intervenuto "per sistemare con tempestività la questione degli acconti Irpef", superando "il vecchio calcolo dell’acconto a quattro aliquote" in modo che "nessun contribuente" venisse "penalizzato".