Uccisero il padre violento, pene ridotte a 12 e 6 anni per i fratelli Alessio e Simone Scalamandré

Pene ridotte per Alessio Scalamandré e per suo fratello minore Simone, condannati per l'omicidio in concorso del padre Pasquale avvenuto nella loro abitazione di San Biagio, a Genova, il 20 agosto 2020. Lo ha deciso la Corte d'assise d'appello di Milano.
I due sono stati condannati rispettivamente a 12 anni e 6 anni e 2 mesi di reclusione. La sentenza, arrivata dopo una breve camera di consiglio, è la terza di secondo grado (la sesta complessiva dopo i due annullamenti in Cassazione).
Per Alessio la Corte ha accolto la posizione degli Ermellini che avevano chiesto che fosse rivalutata l'attenuante della provocazione e anche quella derivante dalla sentenza della Corte Costituzionale secondo cui l'aggravante dell'omicidio tra parenti stretti non deve per forza prevalere sulle altre attenuanti.
Nei mesi scorsi la Cassazione aveva annullato la sentenza nei confronti dei due rimandando a un altro processo in Corte d'Appello che ha ridotto le pene. Alessio, che ha già scontato 6 anni ai domiciliari, era infatti stato condannato a 21 anni e Simone a 14.
Soddisfatto l'avvocato di Alessio, Luca Rinaldi, che difende il giovane insieme all'avvocato Andrea Guido: "Finalmente è stato riconosciuto il contesto in cui sono avvenuti i fatti", ha dichiarato. Il legale valuta un ulteriore ricorso per consentire ad Alessio di scontare il rimanente della pena ai domiciliari.
Simone è difeso dagli avvocati Riccardo Lamonaca e Nadia Calafato. Il padre dei due era indagato per maltrattamenti nei confronti della madre dei ragazzi e quel giorno era andato a casa per chiedere al maggiore di ritirare le accuse nei suoi confronti.
A quel punto, la lite sarebbe degenerata, con i figli che hanno aggredito l'uomo con il mattarello. In primo grado erano stati condannati entrambi: il fratello maggiore, Alessio, a 21 anni di carcere e il minore, Simone, a 14 anni. Poi, in secondo grado, quest'ultimo era stato assolto.
L'assoluzione era stata annullata dalla Cassazione che aveva ordinato un nuovo processo d'appello in corte d'Assise, a Milano che aveva confermato i 21 anni di carcere per Alessio e aveva condannato Simone a 14.