Le quattro cose da non farsi sfuggire nella chat americana sull’attacco militare in Yemen

Dalla chat in cui è finito per sbaglio il direttore della rivista Atlantic si possono dedurre un paio di cose sull'amministrazione statunitense, la cerchia più stretta di Donald Trump. Sia sui rapporti interni alla Casa Bianca, sia sulla visione di Washington rispetto all'Europa e alla geopolitica.
La prima cosa che emerge è che il governo statunitense ha un enorme problema di sicurezza. Il direttore dell'Atlantic, Jeffrey Goldberg, è stato inserito in una chat su Signal, una piattaforma di messaggi che è molto popolare tra i giornalisti negli Stati Uniti, perché in teoria più sicura e privata di altre app di messaggistica. Chiaramente però, non è adatta alle comunicazioni sensibili. Come scrive lo stesso Goldberg nel suo articolo, "non si è mai vista una falla di questo tipo. Non è raro che i funzionari di sicurezza nazionale comunichino su Signal. Ma quest'app è usata principalmente per pianificare delle riunioni o per altre questioni logistiche, non per discussioni dettagliate e altamente confidenziali su azioni militari in programma". E poi: "Ovviamente, non ho mai sentito di casi in cui un giornalista venisse invitato a discussioni di questo tipo". Secondo l'Atlantic, che ha intervistato alcuni avvocati ed esperti, questa sarebbe una chiara violazione della legge federale sullo spionaggio, che richiede invece di usare sistemi criptati e sicuri per le comunicazioni confidenziali. Ovviamente Signal non è tra questi.
Secondo gli avvocati contattati dalla rivista, tutte le discussioni sulle attività militari dovrebbe avvenire tramite gli appositi canali – i cosiddetti SCIF, "sensitive compartmented information facility" – installati in tutte le case e gli uffici degli alti funzionari. Se avessero perso il telefono, o questo fosse stato rubato, ci sarebbe stato un enorme rischio per la sicurezza nazionale. Senza contare, chiaramente, che per giorni nessuno si è accorto che nella chat fosse stato inserito in quella chat anche un giornalista, una persona che non avrebbe dovuto accedere a quelle informazioni e che, potenzialmente, avrebbe anche potuto divulgarle.
La seconda cosa che va notata è che JD Vance e Donald Trump non sono poi così allineati su tutto. Da quando è stato scelto come vicepresidente, Vance si è sempre mostrato d'accordo con Trump, nonostante in passato lo avesse criticato più volte. Ora abbiamo la conferma che questa intesa valga più che altro su un piano pubblico, ma dietro le quinte rimangono comunque alcune distinzioni. La prima cosa che Vance ha scritto in quella chat è stata: "Stiamo facendo un errore". Non era d'accordo con l'attacco alle postazioni Houti in Yemen perché solo il 3% del commercio statunitense passa per quella rotta, contro un 40% europeo. Secondo il vicepresidente il pubblico americano non avrebbe capito fino in fondo i motivi di quell'attacco e, soprattutto, secondo il vicepresidente Trump non lo avrebbe compreso del tutto: "Non sono sicuro che il presidente capisca quanto sia inconsistente con il nostro messaggio sull'Europa in questo momento".
Per fare chiarezza: da quando si è insediata, l'amministrazione statunitense ha sempre messo in chiaro che l'Europa avrebbe dovuto iniziare a fare da sola su più fronti. Ora, un'azione militare che gioverebbe di più all'Europa che all'America secondo Vance era semplicemente inspiegabile. E non era troppo sicuro che Trump lo avesse capito.
Arriviamo così al terzo punto: per il governo statunitense l'Europa è una scroccona. I toni non lasciano spazio ai dubbi. Vance dice chiaramente: "Odio dover salvare di nuovo l'Europa". E Pete Hegseth, il segretario per la Difesa, gli risponde: "Condivido pienamente il tuo disgusto per i parassiti europei, è patetico". Insomma, dietro alle minacce sui dazi e sull'uscita dalla Nato ci sono dei chiari sentimenti nei confronti degli alleati europei.
E infine, un'ultima cosa che abbiamo capito da questa chat: che gli attacchi militari si possono commentare con le emoji. Sì, perché quando è arrivata la notizia che il bombardamento era stato un "successo", se così si può dire, le reazioni nella chat sono state, appunto, delle emoticons: la bandiera americana, il pugno chiuso, il fuoco, un braccio che mostra i muscoli. Tutto questo in reazione a un bombardamento che aveva appena ucciso 53 persone.