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Orfini (Pd) a Fanpage: “Sui centri in Albania Meloni ha fallito, ora basta sprechi e bugie”

La trasformazione dei centri in Albania in Cpr annunciata da Piantedosi “è la dimostrazione del fallimento di Meloni”, dice a Fanpage.it il deputato Pd Matteo Orfini. Quest’operazione, spiega, non solo non è possibile perché le norme non lo consentono, ma comporterà un ulteriore spreco di soldi pubblici e il suo effetto sui rimpatri sarà pressoché nullo.
A cura di Giulia Casula
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I centri in Albania tornano a essere terreno di scontro tra maggioranza e opposizioni. Il ministro Piantedosi ha confermato l'ipotesi di una possibile conversione delle strutture di Shengjin e Gjader – al momento ancora vuoti – in centri di permanenza per il rimpatrio. Un'operazione che il deputato del Partito democratico, Matteo Orfini definisce a Fanpage.it come "la dimostrazione del fallimento" del cosiddetto modello Albania.

Secondo il dem la trasformazione annunciata da Piantedosi non solo non si potrà fare – quantomeno in tempi brevi – perché le leggi vigenti non lo consentono, ma comporterà un ulteriore spreco di denaro pubblico. Anche l'effetto sui rimpatri sarà nullo. Dietro questa decisione si nasconde il tentativo del governo di "mascherare il fallimento politico del protocollo Italia-Albania", ci spiega. "Il problema è che tutto questo ad oggi produce da un lato, una violazione dei diritti umani certificata dalle sentenze e dall'altro, uno sperpero immane di risorse pubbliche. Non possiamo continuare a pagare un miliardo per la propaganda di Giorgia Meloni".

Il governo vuole riconvertire centri in in Albania in Cpr. Che cosa significa per il "modello Albania"? 

È la dimostrazione del fallimento del modello Albania. Intanto c'è un problema giuridico perché ad oggi un'operazione del genere non si può fare. Non è possibile portare chi è già trattenuto in un Cpr in un territorio extraeuropeo perché una cosa del genere non è prevista né dal protocollo Italia – Albania, né dalla legge applicativa del protocollo. Stiamo parlando di una cosa che a norme vigenti non si può fare. Ma soprattutto è l'ammissione di un fallimento politico perché i centri per come erano stati pensati erano concepiti per svolgere la cosiddetta "procedura accelerata di frontiera": chi arrivava in Italia coi barconi o veniva salvato in mare, invece di essere portato in Italia, veniva portato in un paese terzo, appunto l'Albania, dove gli si applicava una procedura sommaria è accelerata per valutare se avesse o meno diritto alla protezione internazionale e quindi in quel caso, ad essere portato in Italia. Secondo questo piano i centri Albania avrebbero dovuto ospitare per tempi molto limitati i migranti che poi sarebbero stati rimpatriati o portati in Italia. Il governo stimava il passaggio in quei centri di decine di migliaia di persone in un anno. La trasformazione in Cpr significa che quei centri verranno – ammesso che lo si renda legalmente fattibile – migranti che già sono reclusi in Italia in attesa di rimpatrio. Ma i tempi di permanenza in un Cpr sono lunghissimi. Parliamo di mesi e mesi. Quindi centri che costano un miliardo in 5 anni serviranno  a tenere recluse poche centinaia di persone con un costo altissimo. Persone che potrebbero serenamente stare in un Cpr in Italia dovranno essere prese in Italia, trasportate in Albania, mantenute in una struttura che era pensata per una funzione diversa, aumentando ancora di più la follia dello spreco e tralasciando gli aspetti legati alle violazioni dei diritti dei migranti.

Piantedosi si è corretto e ha chiarito che quei centri non verrano convertiti in Cpr perché di fatto quelle strutture, in quanto "polivalenti", lo sono già e andranno semplicemente attivati. È così? 

Questo è falso. Io ho visitato quelle strutture più più volte. Intanto la struttura portuale non è attrezzata, ma è semplicemente un luogo per la prima identificazione. Non è previsto come luogo dove si possa alloggiare. E anche il centro di Gjader è vero che ha una parte allestita a Cpr ma è una parte minima. I Cpr hanno delle necessità e delle caratteristiche molte diverse da quelle degli alloggi normali, perché sono vere e proprie prigioni sostanzialmente. Quindi anche per adeguare il centro di Gjader e trasformarlo completamente in un Cpr, occorrerebbe intervenire con ulteriori dispendio di risorse e di energia.

Parliamo di altri costi in più?

Esattamente. Oltre a questo, dal punto di vista del Partito democratico è proprio sbagliato il modello.

Il ministro però, sostiene che per quel che riguarda gli sbarchi l'effetto di deterrenza verrà mantenuto.

Anche questa è una sciocchezza perché già la tesi della deterrenza era un modo per giustificare il fatto che non riuscissero a far funzionare i centri. Non si capisce che deterrenza ci sarà, per chi parte, nel sapere che chi sta già in Italia può finire in Albania. In questo caso qui in Albania ci finirebbe solo chi deve stare in Italia e deve essere rimpatriato dall'Italia al Paese d'origine. Per chi parte non cambia assolutamente nulla e non c'è alcun effetto deterrenza. Poi in tutto questo c'è un'enorme ipocrisia di fondo, cioè il fatto che sembra che aumentando quando i Cpr si facciano si facciano più rimpatri, ma i rimpatri non si fanno non perché non ci sono i Cpr. Non si fanno perché non ci sono gli accordi di rimpatri con i Paesi di origine: per rimandare uno in un Paese, c'è bisogno dell'accordo col Paese d'origine e su questo non c'è riuscito mai nessun governo. I numeri dei rimpatri sono bassissimi con tutti i governi perché è difficilissimo fare gli accordi con i Paesi d'origine. Se si vuole aumentare il numero dei rimpatri ci si concentri su fare gli accordi non su aumentare il Cpr.

In concreto, secondo lei, quanto sarà incisiva la conversione dei centri in Albania sui numeri dei rimpatri?

Non cambierà assolutamente nulla. L'unica cosa che cambierà è che spenderemo molte più risorse che a farli dall'Italia.

Quindi qual è la strategia del governo?

Ho la sensazione che di fronte al fatto che la procedura di frontiera non ha funzionato e che quindi quei centri sono vuoti ormai da quasi un anno da quando sono stati inaugurati, loro hanno l'esigenza politica di mascherare il fallimento e quindi di metterci qualcuno in qualche modo. Quand'anche riuscissero a fare questa operazione e ripeto, mi pare molto complicato perché le norme non lo consentono, dovrebbe essere d'accordo anche l'Albania e ricordo che Edi Rama è in campagna elettorale in questo momento.

Quindi, in sostanza, i centri resterebbero vuoti ancora per altro tempo? 

Sicuramente perché per cambiare il protocollo deve cambiare in Italia, deve cambiare in Albania, deve cambiare la legge applicativa. Oppure si agisce fuori dalla legalità, come come di fatto è già accaduto, ma ci si scontra con le sconfitte in giudizio. Siamo di fronte a un tentativo di continuare a raccontare per modello un fallimento. Capisco anche l'imbarazzo e la difficoltà visto quanto Meloni ci aveva puntato, però il problema è che tutto questo ad oggi produce una violazione dei diritti umani certificata dalle sentenze da un lato e dall'altro sperpero immane di risorse pubbliche. Non possiamo continuare a pagare un miliardo per la propaganda di Giorgia Meloni.

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