Prodi litiga con giornalista dopo domanda su Ventotene: “Che cavolo dice, ce l’ha il senso della storia?”

L’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, interpellato da una giornalista con una domanda provocatoria sul manifesto di Ventotene, si è innervosito: “Ma che cavolo mi chiede?”. Poi ha aggiunto: “Ce l’ha il senso della storia?”, per concludere dicendo che “questo è far politica in un modo volgare”.
A cura di Luca Pons
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Fonte: Ansa
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Romano Prodi, ex presidente del Consiglio e presidente della Commissione europea, si è innervosito di fronte alla domanda di una giornalista sul manifesto di Ventotene. A margine della presentazione del libro Il dovere della speranza, la cronista gli ha chiesto "cosa ne pensasse" di un passaggio del testo fondativo del federalismo europeo: in particolare, uno dei passaggi citati fuori contesto da Giorgia Meloni in Parlamento per attaccare il manifesto. L'ex premier si è scaldato, accusando la giornalista di non avere "senso della storia".

In particolare, le frasi citate erano: "La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso, non dogmaticamente in linea di principio". Come detto, è uno dei punti che la presidente del Consiglio ha recitato in Aula alla Camera, ignorando il contesto storico in cui venne scritto il testo e rifiutando di fare marcia indietro anche nei giorni dopo.

La giornalista, inviata del programma di Rete 4 Quarta repubblica, ha chiesto a Prodi cosa ne pensasse di quella frase e se la condividesse. Prodi ha replicato, irritato: "Ma che cavolo mi chiede? Io ho mai detto una roba del genere in vita mia?".

A quel punto la cronista ha sottolineato che si trattava di un passaggio del manifesto di Ventotene, e l'ex presidente della Commissione europea ha risposto con sarcasmo: "Ma lo so benissimo signora, non son mica un bambino, sa?". Poi ha proseguito cercando di contestualizzare la frase del manifesto: "Era nel 1941, gente messa in prigione dai fascisti. A cosa pensavano secondo lei, al trattato dell'articolo secondo della Costituzione? Dico, ma il senso della storia ce l'ha lei, o no?".

La giornalista ha insistito: "Volevo sapere, visto che era stato citato…". E Prodi ha aggiunto: "Vabe, ma io allora le cito un verso di Maometto, e lei mi dice ‘Cosa ne pensa di Maometto?'. Su, questo è far politica in un modo volgare, scusi".

Come noto, il testo pronunciato da Giorgia Meloni ha sollevato moltissime polemiche da parte dell'opposizione (e anche delle discendenti degli autori del manifesto) proprio perché il testo è stato preso fuori contesto. La presidente del Consiglio ha fatto passare il documento come una sorta di inno alla dittatura comunista e contro la democrazia.

Da una parte, la premier ha citato passaggi che poi negli anni – anche immediatamente successivi – sono stati rivisti dagli stessi autori. Dall'altra ha presentato come estremisti anche dei ragionamenti che in realtà non sono così lontani, ad esempio, dalla Costituzione italiana. La proprietà privata, per esempio, è stata sostanzialmente ‘abolita' in Italia se si pensa a beni come l'acqua, mentre è stata "limitata" o anche "estesa" in altri contesti, procedendo "caso per caso", proprio come scritto nel manifesto.

Soprattutto, la premier ha ignorato il fatto che quel testo fosse stato scritto da persone confinate su una piccola isola, mentre in Italia vigeva il regime fascista e in Germania quello nazista, e nel mondo era in corso la Seconda guerra mondiale. Meloni ha anche attaccato il fatto che il manifesto fosse poi stato distribuito alla piazza pro-Europa del 15 marzo, quando era più che normale che avvenisse, trattandosi di un testo che nelle sue idee fondamentali è considerato alla base della concezione di Europa federale.

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