Mattarella contro i dazi di Trump: “Protezionismo immotivato, danneggia le nostre eccellenze”

"Nuove nubi sembrano addensarsi all’orizzonte, portatrici di protezionismi immotivati, di chiusura dei mercati dal sapore incomprensibilmente autarchico, che danneggerebbero in modo importante settori di eccellenza come quelli del vino e dell’olio". Con queste parole il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo al Forum dell'olio e del vino ha criticato apertamente i dazi che gli Stati Uniti hanno imposto, e sopratutto quelli che imporranno a breve, sui prodotti europei.
Si tratta di misure pericolose per l'economia italiana, ha detto il capo dello Stato. La cosa, peraltro, è confermata da numerosi studi internazionali: la guerra commerciale lanciata dagli Stati Uniti rischia di avere ripercussioni sull'economia Usa, ma anche su quella europea.
"Produrre per l’auto-consumo", ha detto Mattarella, "ricondurrebbe l’Italia all’agricoltura dei primi anni del Novecento". Perciò "legittimamente le associazioni dei produttori esprimono preoccupazione per le sorti dell’export". Per di più, il presidente ha anche sottolineato che rendere più difficile l'esportazione dei prodotti italiani porterebbe "ulteriore spinta ai prodotti del cosiddetto ‘Italian sounding', con ulteriori conseguenze per le filiere produttive italiane".
Al contrario, Mattarella ha sottolineato che "commerci e interdipendenza sono elementi di garanzia della pace". Nella storia, ha detto, "la contrapposizione tra mercati ostili ha condotto ad altri più gravi forme di conflitto", mentre "i mercati aperti producono una fitta rete di collaborazioni che, nel comune interesse, proteggono la pace". A maggior ragione lo scambio di alimentari, prodotti che "in tempi come quelli che viviamo, con la guerra ai confini dell’Europa, acquisiscono ancora più valore".
La presa di posizione del capo dello Stato, peraltro, è arrivata proprio mentre anche il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, parlava della questione dei dazi. Per Giorgetti la situazione è piuttosto complessa, perché il segretario del suo partito Matteo Salvini è nettamente il leader politico italiano più apertamente a favore delle politiche di Donald Trump. E anche la presidente del Consiglio Meloni, in più di un intervento, è di fatto sembrata pronta ad accettare i dazi statunitensi senza reagire.
Oggi, comunque, il ministro ha detto che "il vecchio ordine internazionale vacilla per lasciare il posto a quello che oggi sembra delinearsi come un nuovo ‘disordine mondiale'", e che in questo "periodo di grande incertezza politica ed economica" ci sono anche "guerre commerciali e finanziarie decisamente aggressive, attraverso l’utilizzo di dazi e criptovalute".
Questi strumenti, ha insistito Giorgetti, vengono usati come vere e proprie "armi economiche" che "stanno anche influenzando profondamente la politica mondiale". Infatti, ha detto, "imporre dazi su determinati beni non è più solo una misura per difendere l’economia nazionale e regolare le relazioni commerciali tra Paesi, ma una vera e propria leva che condiziona le politiche internazionali. Se applicati in modo strategico, possono alterare gli scambi globali, influenzare alleanze politiche e ridisegnare gli assetti geopolitici". Per questo, ha concluso, bisogna evitare che tali "armi non convenzionali" siano usate per "minare la stabilità e la giustizia a livello mondiale".