Auriane uccisa nella chiesetta ad Aosta, a maggio processo per il fidanzato: “Tentò incastrarla con la droga”

Si terrà a il prossimo 7 maggio il processo con giudizio immediato per Sohaib Teima il ventunenne di Fermo, in carcere a Torino, accusato di aver ucciso con un'arma da taglio alla fine del marzo 2024 la sua compagna, Auriane Nathalie Laisne, di Lione, un anno più grande di lui, all'interno di una chiesetta diroccata a La Salle, in Valle d'Aosta.
Il giovane, assistito dagli avvocati Lucia Lupi e Igor Giostra, – che era stato arrestato in Francia ed estradato in Italia il 18 novembre scorso – ha sempre respinto tutte le accuse. Le ipotesi di reato formulate nei suoi confronti sono l'omicidio aggravato dalla premeditazione e dal fatto che era legato sentimentalmente alla vittima, e l'occultamento di cadavere, aggravato perché con questo gesto – secondo La procura di Aosta – mirava a garantirsi l'impunità.
Secondo la Procura di Aosta Teima, meno di quattro settimane prima di uccidere la compagna francese, aveva tentato di farla arrestare, inserendo nel suo bagaglio 60 grammi di cocaina e allertando la polizia di frontiera dell'aeroporto di Fiumicino. Secondo gli inquirenti, questo episodio sarebbe utile a ricostruire l'aggravante della premeditazione dell'omicidio avvenuto nei boschi di La Salle, insieme alla denuncia alla questura di Fermo di presunte minacce subite dal giovane.
Il tentativo di farla arrestare in aeroporto risale al primo marzo dell'anno scorso, il delitto al 26-27 marzo. Auriane era stata colpita con un'arma da taglio alla gola. Quella ferita ne aveva provocato la morte per asfissia meccanica, legata all'ingresso di sangue nelle vie aeree e quindi nei polmoni. Teima – secondo gli inquirenti – aveva poi usato i pantaloni della tuta della vittima per tamponare il sangue, nascondendoli a circa 30 metri dalla chiesetta diroccata di frazione Equilivaz, dove il corpo era stato trovato solo il 5 aprile.
Il giovane di Fermo aveva raggiunto la Valle d'Aosta con lei, secondo gli inquirenti, cercando un luogo appartato e isolato dove poter compiere indisturbato il delitto, senza essere visto e senza che il cadavere fosse trovato facilmente, potendo così allontanarsi e tornare in Francia, dove da qualche tempo si era trasferito per studiare.