Uccise il padre e l’amico, Sacha Chang assolto: “Vizio totale di mente, schizofrenia fu sottovalutata”

È stato giudicato incapace di intendere e di volere Sacha Chang, il 24enne che uccise il padre, Haring Chain-Fa Chang, e l'amico di famiglia Lambertus Ter Horst, a Montaldo Mondovì, in provincia di Cuneo. Il giovane vagò per più di 40 ore nei boschi della zona prima di essere catturato. Secondo il giudice, Chang uccise il padre sull'onda di una forma di schizofrenia particolarmente grave, con effetti catatonici, visionari e allucinatori. Lo stesso sarebbe avvenuto nell'ambito del delitto dell'amico di famiglia e per questo motivo, il 24enne andrà in una Rems per un tempo non inferiore a 10 anni.
La Corte d'assise di Cuneo ha dichiarato il ragazzo non imputabile per vizio totale di mente, applicando per lui la misura di sicurezza della residenza presso una Rems. In aula c'erano anche i familiari del ragazzo olandese, tra cui la madre e il fratello.
L'udienza si è tenuta proprio questa mattina, venerdì 21 marzo, nel Palazzo di giustizia di Cuneo. Chang era presente in aula con l'assistenza di un interprete ed è stato difeso dai legali Luca Borsarelli e Gabriele Carazza. Si sono costituiti parte civile i 4 figli di Lambertus Ter Horst: loro, difesi dall'avvocato Stefano Valentini, hanno sollevato perplessità sulla totale incapacità di intendere e di volere del 24enne chiedendo una nuova perizia psichiatrica. Per loro il legale aveva chiesto un risarcimento danni di 300mila euro a tesa.
Il duplice omicidio si verificò nell'agosto del 2023 nell'abitazione dell'amico di famiglia che stava ospitando Chang e suo padre a Montaldo Mondovì. Dopo il delitto, il 24enne vagò per più di 40 ore nei boschi per poi essere fermato dai carabinieri. Secondo la Procura, alcuni episodi non particolarmente gravi a livello psichiatrico avevano già destato il sospetto di una schizofrenia nel giovane olandese.