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Morte Andrea Prospero

Cosa rischia il 18enne arrestato per istigazione al suicidio per la morte di Andrea Prospero

Per la morte di Andrea Prospero nel registro degli indagati sono iscritti due giovani: uno è accusato di istigazione al suicidio, l’altro di aver venduto alla vittima i farmaci con cui si sarebbe tolto la vita. Cosa rischiano ora questi due indagati? A Fanpage.it lo spiega Paolo Di Fresco, avvocato penalista del Foro di Milano.
Intervista a Paolo Di Fresco
Avvocato penalista del Foro di Milano
A cura di Giorgia Venturini
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Si è avvalso della facoltà di non rispondere il 18enne arrestato per istigazione al suicidio per la morte di Andrea Prospero, il 19enne trovato senza vita in un monolocale a Perugia. L'autopsia ha confermato che il decesso è stato causato dall'assunzione di farmaci. Le indagini della Procura di Perugia hanno svelato il resto.

Gli inquirenti hanno intercettato una chat su Telegram in cui il 18enne avrebbe incoraggiato la vittima a togliersi la vita: "Mangia tutte e 7 le pasticche e basta". A quel punto Andrea Prospero avrebbe confessato di avere un cedimento, di non potercela fare. "C'è la puoi fare, vai, ammazzati", lo incoraggerebbe il 18enne. La vittima scrive un ennesimo messaggio: "Dammi più incoraggiamento". Ma la risposta dall'altra parte sarebbe stata ancora più spietata: "Non ho voglia, chittesenc**a. Se vuoi ammazzarti, ammazzati e zitto. Senza fare storie". Nel registro degli indagati è iscritto anche un altro giovane, ovvero chi ha venduto i farmaci in modo illegale e online alla vittima. Cosa rischiano ora questi due ragazzi? A Fanpage.it lo spiega Paolo Di Fresco, avvocato penalista del Foro di Milano.

Paolo Di Fresco, avvocato penalista del Foro di Milano.
Paolo Di Fresco, avvocato penalista del Foro di Milano.

Avvocato, che reato è quello dell'istigazione al suicidio?

L’istigazione o aiuto al suicidio è un reato per molti versi anomalo perché punisce alcune forme di partecipazione a un atto che l’ordinamento non ritiene illecito ma che, anzi, rappresenta una manifestazione del diritto di autodeterminazione della persona. Più precisamente, l’istigazione consiste nella determinazione nell’altra persona del proposito suicidario o nel rafforzamento della decisione già esistente di togliersi la vita. L’aiuto consiste, invece, nell’agevolazione dell’esecuzione: ad esempio, quando sia fornita al potenziale suicida l’arma necessaria.

Quanto rischia il giovane accusato del suicidio di Andrea Prospero?

L’istigazione è punita dall’art. 580 cod. pen. con la reclusione da cinque a dodici anni ma la pena effettiva verrà stabilita dal giudice alla luce delle circostanze del caso concreto. Ad ogni modo, sembra che l’istigatore abbia adoperato parole forti per convincere il povero Prospero a dare seguito alla sua decisione e che, dopo, abbia manifestato ad altri la sua preoccupazione che gli inquirenti potessero trovare la chat. Fatto, questo, che parrebbe denotare una piena consapevolezza dell’illiceità del proprio comportamento e che, in caso di condanna, potrebbe incidere sulla misura della pena.

Quello che invece gli ha venduto i farmaci?

Anche il giovane che ha venduto i farmaci a Prospero, aiutandolo a togliersi la vita, rischia una condanna severa. Andrà, però, accertato se fosse a conoscenza della sua intenzione di uccidersi e abbia agito con coscienza e volontà di agevolarne il gesto.

Il fatto che sia avvenuto tutto attraverso i social è una aggravante?

Non esiste al momento una circostanza aggravante specifica anche se qualche anno fa il Parlamento aveva discusso la proposta di punire più severamente il delitto di istigazione al suicidio quando il fatto sia commesso mediante strumenti informatici o telematici. Considerata la reattività emotiva del legislatore italiano, non mi stupirei se dopo questa vicenda la proposta fosse rispolverata.

Ci sono delle attenuanti per la giovane età dell'arrestato?

No, ma credo che in sede di commisurazione della pena il giudice non potrà non tenerne conto. Si tratta pur sempre di un ragazzo appena maggiorenne.

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