Oggi è la Giornata Mondiale della Meteorologia, l’Aeronautica: “Satelliti e IA per le previsioni del futuro”

"Celebriamo oggi la Giornata mondiale della Meteorologia. Quest'anno l'Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) ha scelto come tematica quella delle allerte precoci, su cui l'Aeronautica militare è impegnata grazie a tecnologie sempre più avanzate, che vanno anche nella direzione dell'Intelligenza Artificiale".
A parlare è il Colonnello Attilio Di Diodato, direttore del Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aerospaziale (CNMCA) sito a Pratica di Mare, che a Fanpage.it, in occasione della Giornata meteorologica mondiale, ha parlato dell'impegno dell’Aeronautica Militare nell'assicurare al Paese e alla comunità internazionale un servizio basato su competenze e tecnologie sempre all'avanguardia per il monitoraggio dell’atmosfera e le previsioni meteorologiche.
Colonnello Di Diodato, che significato ha questa ricorrenza che si celebra oggi?
"La Giornata meteorologica mondiale nasce nel 1961, quando venne scelta la data del 23 marzo perché è il giorno in cui è nata nel 1950 l'Organizzazione meteorologica mondiale. Siamo alle 64esima edizione. La peculiarità è che ogni anno viene decisa una tematica su cui concentrare l’attenzione a livello mondiale e per l’occasione vengono organizzati eventi dove vengono presentati i lavori e gli sforzi messi in campo dalle varie organizzazioni del settore sulla tematica scelta. Per il 2025 la tematica individuata dal WMO è stata "Closing the early warning gap together", cioè "insieme riflettiamo sulla necessità di realizzare una capacità di allertamento adeguata a livello globale". Per questa importante ricorrenza l’Aeronautica Militare ha organizzato il 21 marzo scorso al teatro PIME di Milano un evento che ha visto la partecipazione oltre del Rappresentante Permanente d’Italia presso il WMO Generale Luca Baione e personale esperto del Servizio meteorologico dell’A.M. anche professionisti della comunità scientifica e accademica nazionale, alla presenza di oltre 400 studenti delle scuole superiori, al fine di sensibilizzare i giovani sulla tematica dei cambiamenti climatici e della necessità di un sistema di allertamento".
Cosa si intende per allerte precoci?
"Possiamo vederle sia da un punto di vista dei fenomeni atmosferici estremi, alla stregua di eventi importanti come temporali di forte intensità o come i tornado a seconda dell'area del globo in cui ci troviamo, sia da un punto di vista più profondo, andando a studiare gli effetti dei cambiamenti climatici su altre sfere di interesse generale, come ad esempio l’acqua e i ghiacciai. Il WMO, insieme all'Unesco, ha lanciato il 2025 come l'anno internazionale della conservazione dei ghiacciai, tematica importante legata al cambiamento climatico e all’innalzamento termico a scala globale ad esso associato. L’evento di Milano ha voluto toccare proprio questo argomento allargando la discussione e l’attenzione anche a dimensioni quali l’acqua e i ghiacciai, diverse dalla meteorologia, per la quale invece è fondamentale un sistema di allertamento precoce a causa dell'aumento della frequenza del numero dei fenomeni estremi collegato all'innalzamento della temperatura e all'energia in gioco che è sempre maggiore".
Come l'Aeronautica è impegnata nella gestione delle allerte precoci?
"Di particolare rilevanza è l’offerta di prodotti che mettiamo a disposizione grazie alla partecipazione in diversi consessi nazionali ed internazionali, quali ad esempio Eumetsat, organizzazione europea per l’utilizzo dei satelliti meteorologici, che permette l’accesso diretto ai dati rilevati dalle stazioni orbitanti. L’ultimo satellite lanciato, il primo della costellazione Meteosat Third Generation – Imager (MTG-I 1), grazie a un sensore realizzato da un’azienda italiana consente – per la prima volta a livello mondiale – la rilevazione dei fulmini che si generano all’interno delle nubi e tra le nubi (intra e inter clouds), oltre a una più accurata e particolareggiata conoscenza della composizione dell’atmosfera. Il che è importante anche per il monitoraggio delle celle temporalesche".
E per il futuro?
"Di certo andiamo incontro all'introduzione dell'Intelligenza Artificiale nelle previsioni del tempo, campo apertissimo perché finora le tecniche utilizzate sono quelle classiche, con modelli fisico-matematici applicati alle osservazioni. Questi modelli classici fanno previsioni del tempo partendo dallo stato attuale dell’atmosfera e simulandone l’andamento nel tempo, senza guardare al passato. Invece, l'AI ha un approccio diverso: si tratta di algoritmi che elaborano i dati del passato e si addestrano e imparano da questo studio al fine di prevedere quello che accadrà in futuro. Da questo punto di vista l’Aeronautica Militare collabora con il Centro Europeo per le Previsioni a Medio Termine (ECMWF) che ha sviluppato una prima versione di un modello di previsioni basato sull’Intelligenza Artificiale denominato AIFS (Artificial Intelligence Forecasting System) che utilizza un database di dati affidabile e di qualità. È un mondo che si sta scoprendo ora e con curiosità ed interesse ne seguiremo l’evoluzione. I modelli di previsione basati sull’IA sono molto più rapidi rispetto ai modelli classici, questo vuole dire che potremmo avere nel futuro delle previsioni aggiornate più volte durante il giorno e migliorare anche la previsione denominata di nowcasting, ossia previsioni a poche ore, che hanno una rilevanza nell’emissione degli avvisi di sicurezza sia a supporto della navigazione aerea che marittima".
In questo modo riuscirete anche meglio ad aiutare la Protezione civile nelle previsioni delle allerte meteo sul nostro Paese?
"Io dirigo il Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aerospaziale, che è riconosciuto come centro di centro di competenza per il Dipartimento della Protezione Civile. Significa che ogni giorno abbiamo un contatto diretto col Dipartimento dove lavorano anche nostri colleghi. Collaboriamo attraverso l'invio di un documento preliminare al fine di dare alla Protezione civile informazioni utili per renderli consapevoli sulla possibilità che si possano verificare fenomeni meteorologici intensi e coadiuvarli nell'emissione delle allerte meteo e idrogeologiche. L'allerta per essere efficace deve avere almeno 24 ore di preavviso in modo da permettere a tutta la loro catena di essere per l’appunto allertata ed è importante avere modelli che possano riconoscere fenomeni intensi con anticipo almeno di 48 ore. Lavoriamo sempre in questi termini, non nell'emergenza. Ci auguriamo che negli anni anche l'IA possa aiutare a fare previsioni nel breve e medio termine sempre più accurate ed aggiornate in modo tale da essere tempestivi per quanto riguarda le emissioni di avvisi di fenomeni intensi".