Meloni rivendica le critiche a Ventotene: “Io insultata, sconvolta dalla reazione della sinistra”

A cura di Marco Billeci e Giulia Casula
Nelle conclusioni approvate oggi dal Consiglio Ue a 26, "viene mantenuto il sostegno a Kiev e appoggiato gli sforzi americani per una pace giusta". Lo ha detto Giorgia Meloni parlando con i giornalisti a margine del summit con i 27 leader a Bruxelles. Sull'Ucraina la premier ha sottolineato l'importanza delle garanzie di sicurezza per Kiev, basate sull'estensione articolo 5 della Nato.
"Attualmente il dibattito è sulla competitività. Seppure non si va abbastanza spediti si procede nella giusta direzione con obiettivi ambiziosi", ha detto la premier che ha apprezzato il riferimento alla neutralità tecnologica e all'automotive nella dichiarazione del Consiglio. La richiesta italiana è quella di arrivare a un taglio degli oneri burocratici entro la fine del 2025, ha ricordato. Nella parte sulla competitività, inoltre, si fa riferimento all'unione dei mercati dei capitali e a investimenti privati per la difesa sul modello dell'InvestEu, come proposto dall'Italia.
Meloni ha anche definito "molto equilibrata" la bozza sul Medio Oriente su cui "trovare una convergenza è complicato". Sull'immigrazione ha auspicato un'accelerazione sulla lista europea dei Paesi sicuri che a suo dire "risolverebbe molte questioni". Oggi la presidente del Consiglio infatti ha incontrato i suoi omologhi danese e olandese con cui ha promosso una nuova riunione informale tra alcuni degli Stati membri più interessati al tema dell'immigrazione e in particolare, alle cosiddette "soluzioni innovative", come il protocollo Albania.
Rispondendo alle polemiche sul manifesto di Ventotene, Meloni si è difesa così: "Ritengo che l'essenza di alcuni passaggi che ho letto di quel manifesto" è "che il popolo non è in grado di autodeterminarsi. Nel momento in cui si distribuisce quel testo, che messaggio voleva dare la sinistra? Io non lo condivido. Sono rimasta sconvolta dalla reazione illiberale e nostalgica che ho visto ieri in aula, con parlamentari della Repubblica che sono arrivati sotto i banchi del governo con insulti e ingiurie. Penso francamente che la sinistra stia perdendo il senso della misura. Sono stata ampiamente insultata", ha detto.
Sui dazi "bisogna essere prudenti con una risposta automatica. Sono preoccupata dalle conseguenze. Oggi la presidente della Bce Lagarde parlava di una stima di contrazione di 0,3% del Pil che andrebbe allo 0,5% se rispondessimo. Mi sembra lucido, da parte della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, rinviare di qualche giorno" l'attivazione delle contromisure. A questo proposito ha fatto sapere che incontrerà Trump negli Stati Uniti. "Andrò alla Casa Bianca, non so ancora dare una data"
Quanto al piano di riarmo europeo, Meloni ha ribadito che "le risorse sembrano molte ma sono virtuali. Noi non chiudiamo ai prestiti" alla base della clausola di salvaguardia nazionale ma "è una scelta che dobbiamo valutare, non abbiamo ancora i dettagli". La premier ha ricordato che le garanzie europee per la difesa non saranno eurobond, "fermo restando che se ne può discutere". L'Europa "sta mettendo a disposizione degli strumenti, poi saranno gli stati a valutare se e quali strumenti vogliono usare per fare il loro lavoro".