La povertà d’igiene oltre i pregiudizi: le storie vere di chi ci è passato


Ci sarà capitato almeno una volta, durante le nostre giornate frenetiche, di ritrovarci seduti sull'autobus e avvertire di fianco a noi l'odore di un abito non pulito. Oppure di accelerare il passo per lasciarci velocemente dietro qualcuno dall'aspetto trasandato, o ancora, sapere che in classe dei nostri figli c'è un bambino o una bambina che indossa scarpe in cattive condizioni. Eppure, quello che in apparenza può sembrare un piccolo problema di igiene trascurata, può celare una storia molto più profonda e di sofferenza, che merita di essere ascoltata e conosciuta.
Come quella di Carmen, una diciottenne della periferia di Napoli che vive in una casa occupata insieme alle sue sorelle e ai numerosi parenti. La situazione della sua famiglia non è mai stata facile, l’ambiente è trascurato, nessun adulto lavora, e in casa si fa difficoltà a instaurare un dialogo rassicurante. Così, complice la pandemia del 2020, Carmen ha trovato come unico conforto quello dell'isolamento: il suo unico svago era diventato il mondo dentro lo smartphone, e la cura di sé è passata in secondo piano.
Oppure come quella di Vincenzo, che a soli 20 anni si è ritrovato padre senza una rete familiare solida, inconsapevole di quello che lo aspettava. Quando la compagna Francesca l'ha lasciato solo ad occuparsi della piccola Aurora, la situazione in casa gli è sfuggita di mano. Anche lui senza un lavoro stabile, poche disponibilità economiche e la paura di non riuscire a far fronte a tutte le necessità d’igiene e materiali della figlia. Anche la storia di Marisa è simile. Dopo un'infanzia travagliata passata in periferia, ha conosciuto il marito ed è diventata velocemente madre. Il futuro le ha però riservato altro dolore: prima l’incidente del padre, poi l'aggravarsi della salute del marito, infine la figlia Teresa che decide di abbandonare la scuola. Marisa, sopraffatta dagli eventi, non è riuscita più a farsi carico delle faccende domestiche, né a prendersi cura di sé, cadendo in un buco nero fatto di apatia e silenzio.
Queste tre storie descrivono benissimo la povertà di igiene, un fenomeno stratificato e radicato in situazioni di disagio molto più grandi di come possono apparire, e che ha bisogno principalmente di ascolto ed empatia. Carmen, Vincenzo e Marisa sono riusciti, infatti, a riappropriarsi della propria vita grazie all'aiuto degli operatori delle “Case del Sorriso" di CESVI. A raccontare il loro riscatto è Olimpia Peroni nel nuovo podcast di Fanpage.it in collaborazione con Dixan che da anni si occupa di accendere i riflettori sul tema offrendo al tempo stesso strategie concrete per risolverlo.
Insieme ad un continuo impegno alla sensibilizzazione di comunità e istituzioni, Dixan sostiene l’operato di CESVI attraverso l’invio di prodotti per il bucato, e supporta economicamente il progetto delle Case del Sorriso in Italia, realtà che ogni giorno offre percorsi di aiuto e opportunità concrete di emancipazione per favorire l’integrazione sociale. Le puntate danno voce sia a chi ha vissuto in prima persona gli effetti della povertà di igiene, che a coloro che si sono occupati di offrire gli strumenti adatti a risolverlo. Gli operatori come Rita, protagonista della quarta puntata, sanno infatti che è necessario mettere da parte i pregiudizi, per entrare in punta di piedi nelle case delle famiglie e facendo sentire loro che fuori c'è una società sempre più inclusiva che è pronta a riaccoglierli.